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VENEZIA CITTA’ METROPOLITANA: LA PRESIDENTE ZACCARIOTTO SI INTERROGA SUL FUTURO DELL’APT

VENEZIA CITTA’ METROPOLITANA: LA PRESIDENTE ZACCARIOTTO SI INTERROGA SUL FUTURO DELL’APT

Una risposta lunga, quella del Presidente della Provincia di Venezia Zaccariotto, lunga e piena di riferimenti specifici di quanto e’ avvenuto recentemente al Comune e alla Provincia che attualmente e’ ancora sotto il
suo controllo.

Tutto e’ partito dalle affermazioni del sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa, in occasione del corso organizzato dall’Anci Veneto sul tema “Comuni e Province per la città metropolitana, politiche di area vasta”.
Dopo aver espresso il proprio dispiacere di venire a conoscenza della decisione del Governo che una città
d’importanza mondiale di cultura e turismo come Venezia, dal 2015 avrà al vertice di Comune e Provincia due commissari prefettizi, dice: “Mi domando allora se è questo il grande risultato ottenuto dalla politica, una politica che sembra solo sgomitare per “far fuori” la presidente della Provincia attuale, al fine di sostituirla con un delegato del prefetto. Una politica che toglie il potere del voto ai cittadini per lasciarlo nelle mani delle segreterie dei partiti, come sta accadendo per le Province che vanno al voto in ottobre. E ho diversi interrogativi anche sull’opportunità di farlo proprio nella sede della Provincia, che ieri ha ospitato nel suo auditorio un corso di formazione dell’Anci. Un corso che ho appreso essere a pagamento per i suoi partecipanti, e che dunque avrebbe dovuto coinvolgere e garantire la presenza di esperti in materia, con alte conoscenze, in grado di dare risposte precise e puntuali ai tanti interrogativi dei sindaci del territorio sulla prossima trasformazione di
Venezia in città metropolitana.
Le stesse questioni, di natura tecnico- giuridica ma anche politica, che l’accordo approvato in conferenza unificata
Stato-Regioni lascia aperte e tuttora irrisolte: la questione delle funzioni attribuite, del trasferimento delle risorse umane e strumentali, delle competenze, quelle risposte che ho ultimamente sollecitato ai ministri
Alfano e Lanzetta con una mia lettera.
Qual è dunque il senso delle dichiarazioni del sottosegretario Bressa, in un  momento delicato e arduo come l’attuale, quando non servono più le pacche sulle spalle dei lavoratori, dei rappresentanti delle Rsu ieri presenti
all’incontro; non servono le rassicurazioni che, lasciatemelo dire, suonano un po’ come lo “stai sereno” di Renzi. Perché non c’è proprio nulla di cui star sereni, arriviamo al 31 dicembre e poi che succede? Abbiamo visto il
caso del Comune di Venezia, come opera un commissario nei confronti dei dipendenti, lo stiamo vedendo all’opera tutti i giorni; quello che sta accadendo, per esempio, con il taglio della gratuità per i trasporti pubblici dei 600 cittadini disabili totali veneziani?
Mi chiedo se, in
coerenza, il commissario che arriverà in Provincia chiuderà anche il centro provinciale servizi disabilità sensoriali che segue con cura e competenza, sia umana che tecnica, 200 famiglie del territorio. E lo segnalo a Bressa
nel pieno svolgimento del ruolo di presidente di Provincia che ancora mi compete, nonostante lui affermi il contrario, visto che la Provincia non è stata ancora commissariata, e vede impegnata la sua Giunta nell’adempimento delle sue funzioni. Invece che rassicurazioni fatte di mere parole, il sottosegretario avrebbe dovuto darci risposte precise circa il futuro dei dipendenti della nostra partecipata Apt, o dei dipendenti dei centri di formazione professionale che abbiamo deciso di sostenere fino a dicembre, o dei centri provinciali per l’impiego. Da gennaio in poi cosa succederà di queste funzioni, di indubbia utilità per la comunità, e dei dipendenti provinciali che vi prestano servizio? Queste sono le domande ancora aperte, e le risposte che ci saremmo aspettati da un sottosegretario del governo, non pacche sulle spalle”.

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