STANGATA DEL COMUNE AL CENTRO INGROSSO CINA DI CORSO STATI UNITI
La polizia locale ha elevato una contravvenzione da 1,2 milioni di euro. In 56 stand sarebbe stata riscontrata la violazione delle normative sulle attività commerciali ufficialmente artigianali e all’ingrosso ma di fatto veri e propri negozi. «Questi sono veri e propri centri commerciali – sottolinea il sindaco Massimo Bitonci – e dunque in maniera irregolare danneggiano i commercianti padovani che, nonostante il momento difficile, rispettano le leggi».
Stangata al Centro ingrosso Cina di corso Stati Uniti, in arrivo una maxi multa da 1,2 milioni di euro. Ad annunciarlo è stato ieri il sindaco Massimo Bitonci. «Le battaglie per far rispettare la legalità non si fanno solamente a parole, ma con controlli sistematici – ha spiegato il primo cittadino -. Da tempo sostengo che all’interno di quei due capannoni si svolge un tipo di attività che, oggettivamente, è abusiva. All’interno di questi stabili, infatti, è presente una divisione fittizia degli spazi, spazi che avevano una destinazione artigianale – ha detto ancora il primo cittadino -. Nonostante questo, ai nostri uffici è stata presentata una segnalazione certificata di inizio attività, ovvero la Scia, per svolgere attività commerciale all’ingrosso, mentre viene svolta al dettaglio».
Dunque, una chiara irregolarità amministrativa secondo il Comune. «I rilievi dei nostri tecnici hanno accertato la presenza di 38 attività commerciali in un capannone e 18 nell’altro – ha aggiunto Bitonci -. A fronte di questo, i nostri uffici hanno calcolato che, tra oneri di urbanizzazione primaria e secondaria da regolarizzare e una sanzione da 5mila euro per ogni attività presente all’interno delle due strutture, in tutto la multa complessiva arriva a superare il milione e 200mila euro.
A fronte di una maxi multa di questo genere, Bitonci preferisce però essere realista: «Naturalmente mi attendo che, rispetto a questa cifra, un contenzioso sarà molto probabile. Detto questo però, noi abbiamo sempre detto che quel tipo di realtà sono dei veri centro commerciali, non delle vendite all’ingrosso. Per questo abbiamo dato il via a delle verifiche sistematiche. Lo stesso stanno facendo la Guardia di finanza e lo Spisal. A mio parere è importante verificare se, all’interno di queste realtà, i lavoratori sono in regola oppure no. La nostra è prima di tutto una battaglia contro chi fa concorrenza sleale ai nostri imprenditori che, nonostante tutto, osservano le regole e si impegnano ogni giorno non venendo mai meno alla legge. Per questo abbiamo il dovere di proseguire su questa strada».
I riflettori sul “polo del commercio cinese” di corso Stati Uniti si accendono per la prima volta nell’autunno del 2013 dopo alcune visite in incognito del presidente della Camera di commercio Fernando Zilio e di alcuni assessori della giunta Rossi all’interno dei capannoni “incriminati”. Visite che hanno fatto emergere una situazione di diffusa illegalità. A fine novembre del 2013 scatta così il primo blitz congiunto di Guardia di finanza, Carabinieri e Polizia municipale. Durante i controlli, oltre alle irregolarità commerciali, emergono anche situazioni igienico-sanitarie al limite: all’interno dei capannoni, infatti, erano presenti alcuni letti dove i lavoratori e le loro famiglie passavano la notte. Da tre anni a questa parte, i controlli al Centro ingrosso Cina e ai capannoni retrostante (la gestione è diversa ma ospitano sempre commercianti cinesi) sono stati sistematici.
Fonte: Comunicato stampa