SAN DONA’ DI PIAVE. AL CENTRO DI MEDICINA LE VISITE MEDICO SPORTIVE DI 20 GIOVANI UCRAINI Reviewed by on . Rating: 0

SAN DONA’ DI PIAVE. AL CENTRO DI MEDICINA LE VISITE MEDICO SPORTIVE DI 20 GIOVANI UCRAINI

SAN DONA’ DI PIAVE. AL CENTRO DI MEDICINA LE VISITE MEDICO SPORTIVE DI 20 GIOVANI UCRAINI

Che l’obiettivo di molte famiglie ucraine sia quello di ritornare presto a casa è evidente. Ma l’accoglienza che ha saputo dare la comunità sandonatese si sta rivelando fondamentale nel dare loro una sensazione di normalità.

“Non troviamo una logica in questa guerra. Siamo grati al Sindaco e alle persone di San Donà di Piave per quello che fanno per noi. Speriamo di poter tornare presto a casa e ricostruire la nostra vita anche se qui abbiamo trovato davvero persone speciali”.
Così una giovane donna ucraina, madre di due figli, che al Centro di medicina di via Trasimeno ha incontrato il sindaco Andrea Cereser insieme ad altre famiglie ucraine per delle visite medico-sportive ai figli.

La giovane donna accompagnava il figlio Ivan per il suo certificato di abilitazione. Come lui in venti giovanissimi hanno beneficiato dell’iniziativa promossa dall’Amministrazione Comunale e che sono stati visitati al Centro di medicina di San Donà di Piave per poter accedere regolarmente alle attività sportive delle associazioni e parrocchie del territorio.

“Ringrazio le associazioni e le parrocchie sandonatesi – ha dichiarato il Sindaco Andrea Cereser - che si stanno accollando tutti i costi di tesseramento e materiali per i ragazzi ucraini che hanno accolto e sono grato a realtà come il Centro di medicina che ci aiutano a rendere l’accoglienza di questi ragazzi migliore e la loro permanenza, distanti da casa, meno dolorosa. Comprensibile che molti vogliano tornare a casa loro il prima possibile, ma sono anche convinto che se decidessero di rimanere troverebbero anche qui la possibilità di ricostruirsi un futuro” .

L’iniziativa è nata proprio dalla sua sensibilità. Nei giorni scorsi Cereser aveva scritto all’AD del Gruppo Vincenzo Papes:
“I bambini e le bambine ospitati qui da noi sono stati inseriti a scuola e con l’aiuto di alcune società sportive del territorio inizieranno a praticare diversi sport. Per poter accedere ai corsi sarà però necessario un certificato medico per attività sportiva”.

La risposta dell’AD del Centro di Medicina è stata pronta, grazie alla fattiva collaborazione del dottor Enrico Franceschini Grisolia, specialista in Cardiologia e in Medicina dello Sport, già primario al Ca’ Foncello di Treviso e all’Ospedale Civile Regionale San Martino di Belluno, e di tutto il personale del Centro di medicina, a cominciare dalla responsabile della struttura Alice Borga:

Anche il problema della lingua è stato facilmente superato grazie alla collaborazione delle famiglie dei giovani e del nostro personale interno, professionale ma anche empatico nel gestire la situazione. È stato un piacere poter partecipare a questa iniziativa”.

“Essere parte di un territorio comporta condividere anche queste esperienze e rendersi utili in caso di necessità – ha aggiunto  Vincenzo Papes – Poter alleviare un disagio e un dolore dovuto all’allontanamento forzato dalla propria casa è per noi motivo di grande orgoglio. Un grazie va all’Amministrazione comunale per averci coinvolti in questa importante iniziativa ma anche al nostro personale e al medico che hanno dato un segnale fondamentale: lo sport è un linguaggio universale che facilita e aiuta l’integrazione e la partecipazione”.

La giornata di visite si è svolta con regolarità e con ordine grazie alla fattiva collaborazione degli uffici comunali che hanno fissato i singoli appuntamenti. La competenza linguistica del personale del Centro di Medicina ha inoltre consentito di rendere comprensibile alle famiglie il percorso all’interno della struttura.

Fonte: Comunicato Stampa

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