LA SANDONATESE LAURA FINOTTO PREMIATA AL CONCORSO INTERNAZIONALE D’ARTE DI MONTE CARLO: BIANCOSCURO ART CONTEST 2016 Reviewed by on . Rating: 0

LA SANDONATESE LAURA FINOTTO PREMIATA AL CONCORSO INTERNAZIONALE D’ARTE DI MONTE CARLO: BIANCOSCURO ART CONTEST 2016

LA SANDONATESE LAURA FINOTTO PREMIATA AL CONCORSO INTERNAZIONALE D’ARTE DI MONTE CARLO: BIANCOSCURO ART CONTEST 2016

Pepel (al secolo Laura Finotto) è un’artista veneta autodidatta.

Nata a San Donà di Piave nel 1981, sviluppa la propria personalità artistica nella forma del disegno e dell’illustrazione, creando personaggi che le assomigliano per carattere e personalità.

La passione per il disegno rimane però, per parecchi anni, un piacere personale, quasi un segreto da proteggere, che Pepel non condivide con nessuno, ma che rappresenta sempre una fondamentale valvola di sfogo nelle poche ore non concesse al lavoro o allo studio.

Nel 2010, dall’esigenza di trovare sempre nuovi supporti e materiali su cui disegnare e dal desiderio di dare nuova vita e nuova dignità ad oggetti e materiali che la società considera con troppa facilità “cestinabili”, amplia la propria creatività dedicandosi al riciclo, il rinnovo, il riutilizzo di materiali alternativi.

Considera l’arte del riciclo come una metafora della vita e dell’amore, paragonando gli oggetti agli esseri umani, spesso ritenuti ormai inutili da qualcuno ma perfettamente in grado di illuminare l’esistenza di altri. La nuova esperienza la spinge a dedicarsi a tempo pieno all’arte, dandole finalmente il coraggio di intraprendere il percorso di vita che aveva sempre desiderato.

Nel 2012, lascia l’attività di famiglia (la Finotto Gomme di San Donà di Piave) per dedicarsi esclusivamente al combinare arte e riciclo, dando vita  a creazioni che fin da subito attraggono un pubblico eterogeneo ed internazionale, utilizzando materiali quali  camera d’aria di trattore e bicicletta,  plexiglass, carta e cartone, legno e ferro.

Nel 2014 Inizia a cimentarsi nella creazione di quelle che verranno definite “Mummie Nere” o “Rubber Dolls”: piccole sculture ed installazioni di forma antropomorfa realizzate con ferro e carta (o stoffa) e generalmente ricoperte da fasce di camera d’aria di bicicletta. Queste creazioni, unitamente ai personaggi dei disegni, sono ciò che rende le opere di Pepel riconoscibili e riconducibili all’artista stessa.

Ancora una volta Pepel traspone le proprie sensazioni ed i propri stati d’animo su opere d’arte, enfatizzandoli nella posizione del corpo delle “Mummie”. Anche la scelta delle fasciature è totalmente autobiografica e nasce da una lunga condizione fisica che per anni  si è ripercossa sulla vita ed il lavoro dell’artista. Le nuove creazioni riscuotono successo principalmente all’estero (Olanda, Germania, Francia, Argentina), dove tutte le opere sono state immediatamente vendute.

In occasione di una mostra collettiva in Veneto, nel 2015 realizza “Andromeda”: una Mummia a grandezza naturale che viene presentata con fra le mani una sfera di luce a simboleggiare il proprio ritrovamento e che riceve l’ambito premio copertina al concorso Biancoscuro Art Contest 2016.

Il 2015 è anche l’anno della pubblicazione del primo libro illustrato dell’artista: “El Mazzariol” edito da Amazon e contenente disegni a matita ispirati ad un folletto dell’antico folklore veneto, friulano ed istriano, accompagnati da filastrocche da lei scritte appositamente. Il libro è dedicato agli anziani ed in particolare alla nonna (Bianca Baldo, di 104 anni, che durante il percorso di stesura è stata sempre attivamente presente con consigli preziosi e ricordi degli antichi racconti). L’opera farà parte di una collana di libri intitolata “I Racconti del Filò” tutt’ora in fase di lavorazione.

Nello stesso anno, Pepel introduce gradualmente i colori nelle proprie illustrazioni in seguito al nuovo amore per l’aerografia.

In tutte le proprie opere, l’artista segue il concept del passaggio dal buio alla luce, dalla tristezza alla serenità, dall’inutilità alla fonda mentalità, in un personale inno all’amata Vita a dispetto delle sue ostilità.

Il 2016 è l’anno dei riconoscimenti, sia nella sezione illustrativa che in quella del riciclo artistico. Pepel infatti riceve una menzione d’onore al premio artistico “Contea di Ceneda e Tarzo”  con la  coppia di illustrazioni “Il giocattolo rotto” e si aggiudica il premio copertina al “Biancoscuro Art Contest” con la scultura “Andromeda”

Pepel collabora dal 2012 alla realizzazione di eventi artistici e musicali italiani ed internazionali.

pepel

CONCORSO ED IMPRESSIONI PERSONALI

“Il BAC (Biancoscuro Art Contest) è un concorso d’arte internazionale organizzato dalla rivista d’arte bimestrale Biancoscuro: un Magazine che segue e promuove il mondo dell’arte in collaborazione con importanti partner internazionali.

Il concorso prevedeva:  4 Sezioni d’arte (pittura, scultura, fotografia e grafica); 4 giurie composte da importanti personaggi del mondo dell’arte Italiana ed internazionale; premio copertina (con foto sulla copertina di Biancoscuro di ottobre) e diversi altri premi interessanti fra cui mostre personali e collettive e targhe di merito.  Il primo premio verrà conferito il giorno 24 settembre a Monte-Carlo.

Era da diverso tempo che pensavo di iscrivere qualche mia opera ad un contest e quando mi arrivò l’avviso relativo al BAC 2016 decisi che poteva fare al caso mio. Era un concorso importante, non sapevo nemmeno se mi avrebbero accettata. Lessi il regolamento e i dettagli.  Oltre ai premi, che non mi aspettavo assolutamente potessero riguardarmi in prima persona, c’erano, per tutti i partecipanti, un attestato di partecipazione scaricabile, una foto dell’ opera all’interno del numero di Biancoscuro di agosto (sia cartacea che on-line) ed una copia gratuita della rivista. Mal che vada, mi son detta, mi rimarrà un bel souvenir e se tutto va bene qualcuno mi noterà.  E la premiazione poi, si sarebbe tenuta a Monte-Carlo, nel Principato di Monaco.  Perché non tentare? Visto che è il primo concorso, tanto vale che sia grosso! Così ho deciso di partecipare con quella che reputavo essere la mia opera più competitiva, nonché quella a cui tengo di più: Andromeda.

A luglio arrivò la comunicazione che la mia opera era fra le 100 finaliste e già quella per me fu una vittoria. Non mi aspettavo di essere in finale, figuriamoci la sorpresa quando, a fine agosto, arrivò la mail con la lista dei vincitori. Il mio nome era anche fra quelli, ma ancora non sapevo quale dei premi mi fossi aggiudicata. Per scoprirlo ho dovuto attendere la lettera ufficiale del direttore di Biancoscuro, Vincenzo Chetta. Premio copertina. Ovvero il massimo a cui potessi ambire. E devo ancora rendermene bene conto. L’uscita di ottobre quindi riporterà la foto di Andromeda ed un articolo di tre pagine su di me e fine mese mi recherò a Monte-Carlo per partecipare al galà, dove conoscerò la giuria e dove spero di concretizzare qualche importante opportunità lavorativa.

Sono felicissima ed onorata per il premio che mi è stato destinato. Sono anche stupita e tutt’ora poco conscia di ciò che questo rappresenti. Non è mia abitudine considerarmi brava per ciò che faccio, ma indubbiamente devo ammettere che molte persone apprezzano la mia arte almeno quanto la apprezzo io, e questa è la prova più concreta che ho avuto fino ad oggi. Se mai non ci si mette in gioco, mai si sa quanto si vale (o quanto si può valere)”.

 

OPERA:

La “Mummia”  Andromeda è stata realizzata nell’agosto del 2015 con materiali di riciclo (Scheletro in rete metallica, struttura fisica in carta di giornale, pelle in camera d’aria di trattore, bende e capelli in camera d’aria di bicicletta) e tiene fra le mani una sfera di luce a rappresentare la consapevolezza acquisita ed il ritrovamento di sé

andromeda

LA FAVOLA DI ANDROMEDA:

“Andromeda non è umana, non ha sesso, non ha una Vita. E’ una creatura aliena. E’ una creatura alienata. Vive la vita che ci si aspetta che Andromeda viva.

Un giorno Andromeda prende il coraggio a due mani. Si aliena dall’alienazione della vita aliena: dalla vita non Vita che ci si aspetta che Andromeda viva.

Per alienarsi dall’alienazione della vita aliena, Andromeda si rifugia fra le stelle di una nebulosa.

Vivere fra le stelle è comunque alienante, ma Andromeda ne è felice, perché alienarsi dall’alienazione della vita aliena le permette di coltivare la propria solitudine e godere della propria diversità.

Eppure, alienata fra le stelle della propria nebulosa, Andromeda scopre di aver scoperto l’universo”

 

PER COMPRENDERE:

“Scoprire se stessi è il più grande dei tesori. E senza aver conosciuto le catene non si può trovare la libertà. Andromeda passa da una società chiusa  in uno spazio aperto, all’infinita libertà trovata in uno spazio ristretto. La luce che custodisce con amore è la rappresentazione della serenità che si  incontra solo dopo essersi concessi il diritto di essere se stessi. Conoscere noi stessi ci permette di capire cosa sia l’amore”.

 

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