WHIPLASH: LA CORROSIONE DEL FISICO ALLA RICERCA DELLA PERFEZIONE ARTISTICA Reviewed by on . Rating: 0

WHIPLASH: LA CORROSIONE DEL FISICO ALLA RICERCA DELLA PERFEZIONE ARTISTICA

WHIPLASH: LA CORROSIONE DEL FISICO ALLA RICERCA DELLA PERFEZIONE ARTISTICA

di Benedetta Franzin

Whiplash è un film del 2014, vecchio di due anni, ma assolutamente da recuperare. Diretto da Damien Chazelle e interpretato da Miles Teller (Andrew Neiman) e J. K. Simmons (Terence Fletcher), è la storia di un giovane batterista jazz e del suo rapporto contrastato con il proprio insegnante che diventa ben presto il suo acerrimo nemico.

NEW YORK. Andrew Neiman si iscrive al più prestigioso conservatorio di Manhattan, lo Shaffer (che non esiste ma lascia pensare alla Juillard), determinato a diventare il più grande batterista jazz della sua generazione: la concorrenza feroce e spietata lo allontana dai rapporti con i compagni di corso e lo conduce progressivamente ad uno scontro con l’inflessibile Terence Fletcher, direttore di una delle più brillanti orchestre del conservatorio, che cerca di ostacolarne la carriera in tutti i modi possibili.

Per la realizzazione di Whiplash, Chazelle si è lasciato ispirare non solo alle proprie esperienze ma soprattutto dalla vera storia di Charlie Parker che nel film Fletcher/Simmons racconta due volte: una storia che col passare degli anni è diventata aneddoto tra gli appassionati ed esperti di jazz, anche se in realtà le cose sono poi andate diversamente e Jo Jones non ha mai davvero tirato in testa al giovane Charlie un piatto rischiando di decapitarlo. Semplicemente, irritato dall’apparente mancanza di ritmo di Parker, Jones lancia un piatto verso di lui che subito si rompe sotto ai suoi piedi. Ma questa è un’altra storia.

In effetti, Whiplash (che nasce come corto ma poi Chazelle fa diventare lungometraggio) si sviluppa su due piani e su due generi cinematografici già conosciuti ma quasi mai messi a confronto: quello che vede protagoniste le grandi scuole musicali e che ai giorni nostri trascende al mero musical d’intrattenimento generazionale; e quello che s’impone di tracciare la linea della vittoria dello spirito sulla carne, secondo un principio che si rispecchia nell’american dream e che sembra a tutti i costi voler dimostrare che il duro lavoro, alla fine, viene premiato con l’esplosione del talento.

Candidato a ben cinque premi Oscar ma vincitore solo di tre, il film di Chazelle attinge ad un vasto repertorio musicale dal quale emergono le celebri “Whiplash” di Hank Levy, “Caravan” di Juan Tizol e cerca di rappresentare al meglio delle sue possibilità un duello emotivo e fisico che si evidenzia nel rapporto tra un J. K. Simmons – miglior attore non protagonista – autoritario (molto simile nel linguaggio e nell’atteggiamento al sergente Hartman di Full Metal Jacket) e un alunno umiliato e logorato (anche fisicamente) dallo studio matto e disperatissimo, alla ricerca di un sogno e del proprio miglioramento artistico.

Siamo davanti ad una prova cinematografica eccellente, sia per aspetti tecnici che per livello di recitazione di tutto il cast. Whiplash è un film che commuove per la sua estrema tangibilità, proprio perché il regista riesce ad immergersi nella scena, grazie alle inquadrature che avvicinano lo spettatore alla sofferenza del protagonista, permettendone l’immedesimazione.

 

 

 

 

Lascia un Commento

2021 Piavetv ©

Scroll to top