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9 OTTOBRE 1963: 51 ANNI FA, IL DISASTRO DEL VAJONT

9 OTTOBRE 1963: 51 ANNI FA, IL DISASTRO DEL VAJONT

“Il popolo fiero, felice viveva in una regione poco ospitale ricoperta interamente dalla neve e dove tutto era bianco, persino le api. Gli uomini freddi erano abituati a lottare per vivere in un territorio cosi’ difficile ed erano quindi instancabili. Il rispetto era tutto dedicato alla loro valle e alla natura circondante, laddove il corso del fiume che l’attraversava, quando non era ghiacciato, serviva a produrre energia per il mulino e per le segherie, e poi l’acqua si sa, e’ linfa di vita”.

Parlando del 51mo anniversario dall’enorme disastro del Vajont non si puo’ non nominare una piccolissima citazione del libro “La voce degli uomini freddi” di Mauro Corona, anche per la sua attualita’.

Attualita’ nel parlare di un anniversario che il 9 ottobre 2014 ha compiuto 51 anni e attualita’ anche perche’ con questo libro Mauro Corona si e’ aggiudicato il terzo posto del Premio Campiello il mese scorso, e non poteva che dedicare un libro alla sua gente, visto che lo scrittore e’ di Erto.

Vajont è il nome del torrente che scorre nella valle di Erto e Casso per confluire nel Piave, davanti a Longarone e a Castellavazzo, in provincia di Belluno (Italia).

La storia di queste comunità venne sconvolta dalla costruzione della diga del Vajont, che determinò la frana del monte Toc nel lago artificiale.

La sera del 9 ottobre 1963 si elevò un immane ondata, che seminò ovunque morte e desolazione.

La stima più attendibile è, a tutt’oggi, di 1910 vittime.

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