PRONTO SOCCORSO DI PORTOGRUARO: DA FEBBRAIO E’ ATTIVO UN NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO SPERIMENTALE PER MIGLIORARE LA PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE
Dal 1 febbraio al Pronto Soccorso di Portogruaro ha preso il via la sperimentazione di un nuovo modello organizzativo: la continuità della presa in carico del paziente, dal territorio all’ospedale.
Con questo nuovo modello organizzativo, il paziente sarà seguito da un Team composto da 2 Infermieri e 1 Medico che si occupano di lui costantemente, ossia dal momento del soccorso in ambulanza, per tutta la durata della permanenza in Pronto Soccorso e fino alla dimissione o eventuale ricovero dello stesso.
Ciascun paziente nei momenti difficili dell’emergenza viene quindi seguito sempre dallo stesso pool di specialisti:
“Tale aspetto è importantissimo per poter ridurre quanto più possibile lo stress del paziente in condizioni di emergenza - commenta la dottoressa Miranda Zoleo, Direttore del Pronto Soccorso di Portogruaro – . Avere sempre delle persone di riferimento aiuta infatti ad aumentare la sensazione di sicurezza di chi è in difficoltà. “.
<<Questo modello di gestione del paziente - aggiunge il Direttore del Dipartimento di emergenza-urgenza, Fabio Toffoletto - costituisce un nuovo passo in avanti sul fronte umanizzazione delle cure e aiuta e sostiene chi, nell’emergenza, ha bisogno di cure sanitarie>>.
Nel frattempo l’attività svolta dal personale del pronto soccorso di Portogruaro conferma un trend in costante aumento, sia sul territorio e sia per quanto riguarda gli accessi diretti alla struttura.
Le uscite sul territorio con l’ambulanza sono passate dalle 3728 del 2016 alle 4012 del 2019 (+7%); il totale degli accessi al pronto soccorso sono passati dai 30920 del 2016 ai 33722 nel 2019 (+9%).
E’ quindi sempre più necessario formulare modelli organizzativi che consentano di stare più vicini umanamente al paziente, in particolare in presenza di persone anziane e fragili; nuovi modelli, come in questo caso, che consentono inoltre di fornire un punto di riferimento sia all’utente che ai propri familiari, contribuendo così a realizzare un aspetto fondamentale della cura: l’umanizzazione.
Fonte: Comunicato stampa