ZOTTIS E PIGOZZO (PD): “LA CESSIONE DI AUCHAN A CONAD NON PUÒ ESSERE PAGATA DAI LAVORATORI. 250 POSTI A RISCHIO ANCHE IN PROVINCIA DI VENEZIA, LA REGIONE ATTIVI UN’UNITÀ DI CRISI” Reviewed by on . Rating: 0

ZOTTIS E PIGOZZO (PD): “LA CESSIONE DI AUCHAN A CONAD NON PUÒ ESSERE PAGATA DAI LAVORATORI. 250 POSTI A RISCHIO ANCHE IN PROVINCIA DI VENEZIA, LA REGIONE ATTIVI UN’UNITÀ DI CRISI”

ZOTTIS E PIGOZZO (PD): “LA CESSIONE DI AUCHAN A CONAD NON PUÒ ESSERE PAGATA DAI LAVORATORI.  250 POSTI A RISCHIO ANCHE IN PROVINCIA DI VENEZIA, LA REGIONE ATTIVI UN’UNITÀ DI CRISI”

“La Regione accenda i riflettori sulla cessione Auchan al Gruppo Conad, perché anche nel Veneziano il rischio licenziamento è alto, con 250 persone che non hanno certezze sul proprio futuro. Visto che la firma dell’accordo è ormai alle porte, sarebbe opportuno che la Giunta attivasse già adesso una specifica unità di crisi”.

E’ quanto emerge da un’interrogazione presentata dai consiglieri del Partito Democratico Francesca Zottis e Bruno Pigozzo, sul passaggio dei punti vendita del colosso francese al gruppo bolognese, con la creazione della più grande catena di supermercati in Italia.

“Sul fronte occupazionale le conseguenze potrebbero essere devastanti e proprio oggi, infatti, c’è stata una mobilitazione a livello nazionale dei dipendenti Auchan. Secondo la Filcams-Cgil le rassicurazioni sulla continuità lavorativa riguarderebbero meno di un terzo del personale, circa 5.700 su 18mila, e sarebbero a rischio soprattutto i punti vendita più piccoli, con meno di cinquanta addetti. Questa situazione riguarda 250 persone in provincia di Venezia: i primi punti vendita a cambiare proprietà saranno quelli di Mira e Quarto d’Altino, ma anche su Mestre ci sono molte preoccupazioni. Infatti Conad si occupa essenzialmente di cibi e bevande, mentre l’ipermercato Auchan ha un intero piano dedicato a tutt’altro: ferramenta, casalinghi, tessili e abbigliamento. Le istituzioni ascoltino l’allarme lanciato dalle organizzazioni sindacali: devono essere scongiurati non solo i licenziamenti ma anche peggioramenti delle condizioni lavorative, inclusi tagli di salario. Occorre perciò intervenire in tempo utile con ogni mezzo a disposizione, a partire dall’attivazione di un’unità di crisi specifica; possono essere i lavoratori a pagare il prezzo della cessione. Inoltre – sottolineano i due consiglieri dem – è necessario che la Regione vigili con la massima attenzione sul fenomeno che sta interessando la grande distribuzione: se non si definisce un percorso condiviso che prenda in considerazione riconversioni e analizzi gli insediamenti relativi all’e-commerce si rischia una crisi occupazionale ancor più pesante”.

Fonte: Comunicato stampa

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