TESO: “LA CHIUSURA DI IMPORTANTI LINEE DI CREDITO HA COLPITO NUMEROSE AZIENDE DI JESOLO ED ANCORA PIU’ GRAVEMENTE, DELL’IMMEDIATO ENTROTERRA”
Le banche italiane sono gravate da centinaia di miliardi di euro di crediti considerati di difficile esigibilità: secondo gli ultimi dati diffusi dalla Federazione dei Bancari italiani, si tratterebbe di 360 miliardi di euro, che coinvolgono oltre un milione di soggetti, tra privati ed imprese.
Anche il nostro territorio è, purtroppo, fortemente interessato da questo fenomeno, aggravato anche dal dissesto che ha colpito alcune importanti Istituti di credito presenti nel Veneto Orientale, come Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.
Non poche le chiusure di attività economiche che stanno penalizzando i nostri centri storici, diretta conseguenza di tali situazioni: la chiusura di importanti linee di credito ha colpito numerose aziende di Jesolo ed ancora più gravemente dell’immediato entroterra.
Molti imprenditori si trovano ora ad affrontare richieste di rientro immediato di prestiti, fidi e finanziamenti, operate tra l’altro non dalla banca con cui originariamente avevano contratto il debito, ma con soggetti terzi, spesso anche sconosciute srl sparse per la penisola che hanno acquistato a “prezzo di realizzo” i crediti delle banche ed ora premono per rientrare nel più breve tempo possibile dell’investimento e realizzare una plusvalenza tra quanto speso per l’acquisto del credito e quanto incassato, spesso con notevoli pressioni anche psicologiche, dai debitori.
“Un grave problema che ci è stato segnalato da diversi imprenditori del Sandonatese - commenta l’avvocato Alberto Teso, delegato Ascom di Jesolo e componente della giunta provinciale di Confcommercio, nonché membro del consiglio di amministrazione della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Venezia e Rovigo – è dato anche dalla mancanza di un interlocutore. Quando la banca cede il credito, cessa ogni rapporto tra l’imprenditore e l’istituto bancario originario, così cambiano tutti i soggetti con cui fino a poco prima si era abituati a trattare, le persone che conoscevano bene l’azienda e l’imprenditore, capivano il suo momento di difficoltà, avevano fiducia nell’impresa finanziata, sostenendola e non attivando immediatamente gli uffici legali e le procedure di recupero coattivo del credito. Ora l’imprenditore si trova a dover dialogare con uno sconosciuto, che non ha mai visto e probabilmente non vedrà mai, perché i contatti sono solo telefonici e poi formali, a mezzo avvocato. La difficoltà che ci è stata rappresentata, sia da molti imprenditori che anche da altre associazioni di categoria, è quindi duplice: da un lato delle richieste di pagamento senza dilazione, dall’altro assoluta mancanza di dialogo, confronto e comprensione”.
L’associazione rimane a disposizione con i propri uffici ed i servizi dedicati alle imprese, soprattutto quelli offerti da Fidimpresa, il consorzio di garanzia fidi: “Ricordo, in particolare, che è necessario rivolgersi per tempo ai veri servizi a supporto dell’impresa, perché una volta che sono state attivate le procedure per il recupero forzoso del credito è difficile tornare indietro”.
Fonte: Comunicato stampa