AZZALIN (PD): “DECRETO SALVINI, SERVE UN DIALOGO TRA REGIONI, COMUNI E GOVERNO PER MODIFICARLO: SARANNO GLI ENTI LOCALI A PAGARE LE CONSEGUENZE DI UN PROVVEDIMENTO SBAGLIATO E PERICOLOSO” Reviewed by on . Rating: 0

AZZALIN (PD): “DECRETO SALVINI, SERVE UN DIALOGO TRA REGIONI, COMUNI E GOVERNO PER MODIFICARLO: SARANNO GLI ENTI LOCALI A PAGARE LE CONSEGUENZE DI UN PROVVEDIMENTO SBAGLIATO E PERICOLOSO”

AZZALIN (PD): “DECRETO SALVINI, SERVE UN DIALOGO TRA REGIONI, COMUNI E GOVERNO PER MODIFICARLO:  SARANNO GLI ENTI LOCALI A PAGARE LE CONSEGUENZE DI UN PROVVEDIMENTO SBAGLIATO E PERICOLOSO”

C’è una questione umanitaria oggettiva che non può essere rimossa con un decreto. E gli enti locali, a partire dalla Regione, devono far sentire la propria voce, perché alla fine saranno loro a dover affrontare le conseguenze di un provvedimento sbagliato e pericoloso”.

È quanto afferma Graziano Azzalin, consigliere del PD, primo firmatario di una mozione sottoscritta dall’intero gruppo democratico a Palazzo Ferro Fini e dalla collega Cristina Guarda (AMP) in cui si invita la Giunta Zaia a sollecitare un confronto con il Governo sul ‘Decreto Salvini’ in materia di sicurezza e immigrazione.

“Queste norme andranno applicate e quindi, indipendentemente da come la si pensi, non possiamo far finta che i problemi non esistano.  Le proteste dei sindaci e i ricorsi avanzati da alcuni presidenti di Regione sono pienamente comprensibili: impedire il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari, avrà ripercussioni sulla gestione dei servizi sanitari e assistenziali la cui competenza non è certo del Governo!”, attacca Azzalin.

“È necessario intervenire per eliminare i punti in contrasto con la Costituzione, in particolare per quanto riguarda i principi di solidarietà e uguaglianza. Ma non solo. Il Decreto Salvini otterrà l’effetto opposto a quello ufficialmente sbandierato: smantellare il sistema di accoglienza diffuso ed eliminare il permesso di soggiorno per motivi umanitari significa spingere ai margini della società migliaia di persone, rendendole irregolari e ricattabili, provocando così un danno sia a loro che all’intera comunità. Davvero qualcuno pensa che la soluzione ideale sia creare tante piccole ‘Sea Watch’ nelle città italiane e venete, con uomini e donne in balia degli eventi e privati di ogni diritto?”.

 

Fonte: Comunicato stampa

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