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IL PROGETTO “STORIONE COBICE” PER IL RECUPERO DELLE SPECIE ENDEMICHE

IL PROGETTO “STORIONE COBICE” PER IL RECUPERO DELLE SPECIE ENDEMICHE

Il giorno 11 maggio 2017, nel comune di S. Michele al Tagliamento, in località Marinella, nell’ambito del progetto “Storione Cobice” per il recupero della specie endemica “Acipenser Naccarii” nei corsi d’acqua della Regione Veneto, sono stati seminati 50 storioni di circa 2 anni di età del peso medio di 1,5 kg e di lunghezza di 70 cm.

Le immissioni sono avvenute nel primo pomeriggio in località Marinella a cura della locale Associazione di pescatori “Martin Pescatore”, riprodotti e svezzati da una azienda specializzata nella riproduzione degli storioni e la produzione di uova di caviale di Pavia (Storione Ticino).

I 50 esemplari seminati fanno parte di un lotto ben più numeroso che in questi giorni è stato immesso a fini di ripopolamento e recupero della specie nei fiumi veneti (Po, Adige, Piave, Livenza e Tagliamento).

Lo Storione Cobice è un pesce innocuo: può superare anche i 60 kg di peso e i 2 m di lunghezza. La bocca, rivolta verso il basso, è priva di denti; si nutre di piccoli invertebrati presenti nel sedimento che esplora con i 4 barbigli posti sul muso. La pelle non possiede squame, ma file di scudi ossei che lo rendono riconoscibile da tutti gli altri pesci. Compie migrazioni dal mare ai fiumi per deporre le uova. Dopo la schiusa i giovani storioni rimangono negli ambienti fluviali per molto tempo. Può vivere qualche decina d’anni.

Tutti gli storioni sono a rischio di estinzione, e sono protetti a livello europeo dalla Direttiva Habitat e dalla legislazione nazionale e locale; in particolare la specie padano-adriatica è altamente esposta al rischio di estinzione, in quanto endemica, presente cioè solo in questa parte del mondo.

Tutti gli esemplari sono identificabili, in quanto sono stati “marcati” con dei microchip che sono posizionati internamente all’animale; non sono quindi visibili ed è necessitano, per la “lettura”, di un apposito rilevatore magnetico.

Il progetto, finanziato dalla Regione del Veneto, è condotto dal Comitato Regionale della F.I.P.S.A.S., con la supervisione tecnica dei biologi Michele Pellizzato e Thomas Busatto.

 

Fonte: comunicato stampa

 

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