CONSIGLIO STRAORDINARIO SULLA SICUREZZA LUNEDI’ 5 DICEMBRE

Riceviamo e pubblichiamo dalla consigliera Annamaria Babbo l’ intervento di “SCEGLI CIVICA”:
“La volontà di convocare questo consiglio comunale straordinario monotematico, alla luce della escalation di episodi di furti presso le abitazioni private nel nostro territorio comunale, dalle aggressioni, dalle truffe, dalle risse tra i giovani, dalla presenza di spacciatori, da tante altre situazioni di cui la cronaca giornalmente ci aggiorna, viene dallo spirito di voler dare massima attenzione ad un problema di grande interesse per la nostra cittadinanza, con la speranza di proporre delle soluzioni condivise anche dalla maggioranza.
E prima di esplicitare le nostre considerazioni, le nostre proposte e la nostra visione a largo respiro, sull’argomento, vorrei però aprire una parentesi di premessa che ci sembra doverosa:
” L’uscita sulla stampa locale di venerdì 2 dicembre da parte dell’Assessore Trevisiol, per il quale “la convocazione di un Consiglio è uno spreco”, si qualifica da sola.
Egli non solo non interviene in Consiglio, come accaduto anche in occasione della discussione della mozione sullo stato della sicurezza nel nostro territorio, presentata lo scorso 30 novembre, ma alza la voce invece per offendere la minoranza, denotando non solo una grave mancanza di rispetto , ma anche la volontà continua di deridere e denigrare il ruolo di vigilanza, di controllo nonchè propositivo in capo ai Consiglieri di opposizione.
All’atto di presentazione della richiesta di questo Consiglio straordinario su un tema molto sentito dai cittadini, avevamo già manifestato la volontà di rinunciare al gettone di presenza!
L’Assessore Trevisiol si preoccupi invece di se stesso: su come giustificare i 12.200 euro circa che il Comune, e quindi la comunità sandonatese, ha dovuto versare all’Istituto di Credito dove precedentemente prestava servizio per le sue numerose assenze dal lavoro, assenze non tutte giustificate dagli impegni amministrativi, come ampiamente esplicitato tempo fa in quest’aula consiliare.
Ed , insieme ai colleghi di Giunta, si chieda come mai non abbiano seguito l’esempio del Presidente del Consiglio di tagliare le proprie indennità, considerata la precaria situazione economica di molti cittadini”.
Chiusa questa premessa, ora mi rivolgo a tutto il Consiglio Comunale, ma in particolare all’Assessore Trevisiol, che ha il referato della sicurezza, e che considera “chiacchiere al vento” tutto ciò che esce dai banchi di questa Assise, comprese, evidentemente, le istanze e le paure dei cittadini che qui sono rappresentati.
Domanda: che cosa sta alla base della costruzione di una città sicura, di un Paese in cui ci sentiamo “al sicuro”? Parlando con le persone, ascoltandole anche in ambiti informali e senza la distanza che purtroppo spesso la politica frappone, ecco, ascoltando le persone ci si accorge che questo è un tema centrale, che sta a cuore a tutti.
Insieme alle preoccupazioni per la salute e per il lavoro, proprio e dei figli, il tema della sicurezza è il più sentito. E’ chiaro che chiedere conto al Sindaco di una città, è pretestuoso e strumentale, ma non è impotente.
Allora mi chiedevo, che cosa sta alla base di un Paese sicuro, in cui vivere in modo sereno, sentendoci “al sicuro”? In prima battuta io risponderei che è la fiducia: fiducia nelle istituzioni, innanzi tutto.
Nell’onestà, nell’impegno e nella responsabilità nei confronti di tutti noi. Penso quindi alle istituzioni qui rappresentate, ciascuna per le proprie competenze e nei propri ambiti di attività. Ognuno di noi probabilmente, fa del proprio meglio perché tutto funzioni ed è il concorso di azioni virtuose che permette la costruzione di una città, di un Paese, libero dalla paura.
La sicurezza è per tutti, non solo per pochi e non è un fatto solo personale, che ciascuno può costruirsi da sé.
E’ esperienza quotidiana: non è solo la paura di uno scippo o di una rapina a renderci insicuri e preoccupati, ma anche un piano di evacuazione che non funziona, il mancato rispetto delle norme di sicurezza nei luoghi in cui lavoriamo, le povertà e le disuguaglianze che generano tensioni e conflitti, l’assenza di bellezza e pulizia che contribuiscono a dare disvalore ai luoghi in cui viviamo. Sentirsi insicuri significa sentirsi in balìa di qualcosa che non si conosce e che potenzialmente potrebbe farci del male. Il lato oscuro della nostra società va illuminato, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti.
Di fronte ad un fenomeno, quale è quello della SICUREZZA, quanto mai sentito dalla popolazione, nel quale convivono fattori reali e razionali con fattori strumentali ed emotivi, serve un impegno deciso ed efficace anche di noi consiglieri comunali. Tanto più se si considerano le ricadute, che questi fenomeni di delinquenza hanno sulle persone più deboli, più sole ed anziane che spesso soffrono uno stato di insicurezza e di paura, fino all’interno delle proprie abitazioni.
Sono tante le componenti della sicurezza urbana: da un lato il dato, crudo e drammatico, di quanti atti criminali vengono compiuti; dall’altro ci sono reati che non si vedono, come la criminalità economica e quella ambientale, e ci sono atti che vengono fortemente percepiti dai cittadini, come i furti, le rapine, la droga, le risse, (e la prostituzione). La sicurezza è fatta anche dalla presenza e dall’impegno delle forze dell’ordine ed è la conseguenza di una giustizia rapida ed efficace, e abbiamo visto quali sono le difficoltà dei nostri tribunali.
La sicurezza è anche la certezza del rispetto della dignità dei più deboli. A noi oggi interessa capire cosa possiamo fare come Amministrazione comunale per una politica della sicurezza, volta a fornire, ridurre o reprimere i fattori sociali che mettono in discussione il diritto dei cittadini di vivere senza paura.
Per fare sicurezza è necessaria l’attenzione e l’azione del Governo nazionale e allo stesso tempo è importante un confronto con l’esperienza di altre amministrazioni comunali. Nel corso degli anni è cambiato l’approccio che dobbiamo avere nei confronti del fenomeno della sicurezza. Servono politiche integrate e maggior coordinamento. Sia a livello locale che nazionale, tutti insieme, dobbiamo mettere in campo idee chiare e concrete per risolvere un problema che attanaglia sempre di più la società di oggi. Per costruire una società sicura i comuni hanno un ruolo fondamentale e devono essere attivi.
Abbiamo una situazione gravissima di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti alla luce del sole, con conseguenze su sicurezza pubblica (microcriminalità e degrado) e sanitaria (overdose e diffusione malattie, ritrovamento siringhe). Le istituzioni latitano, con il sindaco che ci racconta che non ha la bacchetta magica, il governo che taglia le risorse alle forze dell’ordine e non riforma la giustizia per dare la certezza della pena, e la procura che non avvia le indagini per colpire le associazioni mafiose che gestiscono il traffico di sostanze stupefacenti.
Il Comune non può più attendere: non possiamo arrivare a fatti gravi come quello dello scorso novembre per mettere risorse per la prevenzione, ci vogliono politiche incisive che durino nel tempo, ci vogliono priorità sulle scelte, e la necessità, a partire da questa sera, è quella di dare un segnale univoco, di risposta forte, di fronte al riacutizzarsi dei fenomeni criminosi, intensificando il proprio impegno in tema di sicurezza urbana e mettendo in campo azioni volte a promuovere e realizzare una condizione di piena sicurezza della comunità locale, non solo attraverso la prevenzione di atti criminosi ma anche tramite la creazione di ambienti urbani, fisici e sociali, che disincentivino comportamenti illegali, violenti, devianti e incivili.
E’ ora che l’istituzione Comune torni ad essere amicadel cittadino non solo quando deve riscuotere le tasse, e che si torni a discutere di priorità vere e non di pseudo- soluzioni tampone.
L’ampiezza e la trasversalità del tema della sicurezza rende necessario un insieme complesso di interventi e di misure, non solo di tipo repressivo, ma che siano tese a favorire la riduzione del disagio sociale, l’organizzazione di servizi sociali nelle aree urbane, la gestione della socialità, la riduzione degli spazi degradati, il rispetto delle regole d’uso degli spazi pubblici, l’educazione soprattutto delle giovani generazioni alla legalità, al senso civico, all’impegno sociale, l’avvio di un percorso nuovo di crescita sociale culturale della popolazione, l’affermazione dell’identità civica nella quale la comunità locale si riconosce.
L’impegno dell’Amministrazione Comunale di San Donà dovrà tradursi in iniziative da realizzarsi nel breve, medio e lungo periodo, coordinate tra loro, in grado di fornire risposte concrete ed efficaci al bisogno di sicurezza dei cittadini, finalizzate a:
- aumentare la sicurezza e la vivibilità della città, attraverso l’intensificazione delle attività di controllo del territorio e di prevenzione di comportamenti illeciti, violenti, criminosi. Tali specifiche iniziative, da realizzarsi nel breve periodo, riguarderanno anche il riordino ed il potenziamento della Polizia Municipale al fine di implementare i servizi svolti dalla stessa; occorre poi incentivare una maggiore presenza dei vigili sul territorio. Il vigile è ritenuto e riconosciuto come cittadino tra i cittadini, è una presenza strettamente connaturata all’ambiente. Le Convenzioni che sono state stipulate con i limitrofi comuni di Musile e Noventa, non hanno e non potranno avere alcuna efficacia, perché il n° degli agenti coinvolti (3 a Musile e 2 a Noventa), ammesso che sia contemporaneamente presente con i nostri, non è certamente sufficiente perché il territorio sandonatese è vasto e i punti critici sono sempre maggiori.
- migliorare l’ambiente urbano tramite il potenziamento delle infrastrutture relative alla sicurezza (illuminazione e sistema di videosorveglianza), senza aspettare contributi che non arriveranno mai, soprattutto nelle zone in cui si avverte una maggiore insicurezza, progetti di decoro urbano e di recupero e riqualificazione delle aree più degradate;
- favorire la crescita culturale e sociale della cittadinanza, lo sviluppo del senso civico e dell’identità civica soprattutto delle giovani generazioni, tramite la promozione di campagne di educazione alla legalità. In questa fase è opportuno chiedere anche una maggiore presenza della Polizia Stradale, dei Carabinieri ed anche dell’Esercito. Si, anche dell’esercito, così come ha fatto la città di Milano (certo non siamo a quei livelli, ma tutto è proporzionale), perché avere una presenza costante - anche di un pattugliamento dell’esercito- riteniamo che fungerebbe da deterrente anche per una criminalità più complessa che si sposta su una vasta scala territoriale.
Vogliamo un impegno vero e concreto da parte dell’amministrazione e di tutte le istituzioni, che hanno un ruolo di formazione, tutela, monitoraggio, ma anche sociale e di deterrente. Le istituzioni devono rispondere ai cittadini, a tutti coloro che vogliono tornare ad essere padroni delle proprie case, ai bambini che vogliono giocare nei parchi pubblici, alle donne che vogliono andare a fare una passeggiata o a correre liberamente.”