VENETO ORIENTALE, UNA SANITÀ SOTTOPAGATA

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma del sindaco di San Donà Andrea Cereser e del consigliere regionale Francesca Zottis

 

Il mantenimento di una Azienda Socio-Sanitaria Locale dedicata al sandonatese e al portogruarese è il riconoscimento minimo – oseremmo dire, ovvio – alla specificità territoriale del Veneto Orientale. Ma non è la questione fondamentale. A nessun cittadino interessa del numero di Ulss. Interessa invece essere curato. E nel Veneto Orientale i presupposti non sono positivi.
Da anni la nostra azienda socio-sanitaria risulta sottopagata rispetto alla media delle altre aziende del Veneto. Mentre la quota media regionale è di 1.600 € pro-capite all’anno, quella riconosciuta all’ULSS 10 è di 1.500 €. Cento euro secchi in meno. Considerando i 230mila residenti della nostra area, ciò si traduce in un ammanco di circa 23 milioni di euro ogni anno.
Ovvia la richiesta alla maggioranza regionale, a partire dal vicegovernatore Gianluca Forcolin, originario del Basso Piave: che cosa si sta facendo per ripristinare una situazione di equità tra tutti i cittadini del Veneto? La risposta è scontata: nulla.

Attendiamo fiduciosi.

E ancora: sempre rispetto alla media regionale, alla nostra ULSS mancano 350 quote di residenzialità per anziani non autosufficienti, cioè per persone che hanno necessità di entrare in una “casa di riposo” ma non lo possono fare per la mancanza del contributo regionale. Come mai questo trattamento iniquo per la popolazione del Veneto Orientale?

Infine ricordiamo che quando in Consiglio Comunale a San Donà è stato votato l’ordine del giorno per mantenere la Ulss, il consigliere della Lega è uscito dall’aula. Solite questioni di bottega.

Questi i fatti. Dalla maggioranza regionale, o da parte di essa, invece, sempre i soliti slogan e la solita guerriglia politica. Che fa più danni ai cittadini che agli avversari.