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MERLI: “OSPEDALE UNICO, UNA BATTAGLIA PERDUTA?”

MERLI: “OSPEDALE UNICO, UNA BATTAGLIA PERDUTA?”

Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni di Loris Merli, consigliere comunale di Noventa di Piave con delega alle politiche sovracomunali, sull’ospedale unico:

L’ultima delibera della Giunta regionale, con oggetto la sanità ospedaliera del V.O., rimette in discussione le schede; rimette in discussione l’ospedale unico; e ancora, destina risorse (7 milioni €) ai due nosocomi (Portogruaro e S. Donà) per ampliamenti e ristrutturazioni.

Ma non era la dirigenza dell’azienda ASL 10 ha sostenere che l’ospedale unico avrebbe contribuito a migliorare sia dal punto di vista sanitario sia dal punto di vista economico i vecchi problemi che affliggono la sanità nel V.O.?

Ora; di fronte all’ennesima presa di posizione della Giunta regionale c’è chi dichiara che anche mantenendo in piedi i due vecchi presidi ospedalieri si potranno eliminare i doppioni, ostinandosi a non voler riconoscere, per un’assurda difesa campanilistica, che i doppioni si possono eliminare soltanto o se si creano due poli con funzioni ben distinte: un polo chirurgico e un polo medico(soluzione, comunque, alquanto precaria), oppure un ospedale unico;  non esiste altro modo per eliminare le ridondanze inutili!

Non basta: sui giornali si legge la malcelata soddisfazione di alcuni consiglieri regionali per quanto sta avvenendo; se non addirittura un’esultanza!!!!

Ma c’è proprio da essere soddisfatti di difendere una sanità ospedaliera che ha prodotto fino al 2010 ( dati USSL 10 forniti all’esecutivo conferenza dei sindaci)  fughe di oltre 58.000 assistiti per attività di ricovero, specialistica ambulatoriale,  diagnostica strumentale a fronte dei 52.000 assistiti dell’O.C. di Portogruaro e dei 49.000 dell’O.C. di San Donà e trenta milioni di euro di perdita di esercizio (i dati del 2015 non sono noti, ma si presume che la perdita di esercizio sia aumentata)?

E questa è per loro la buona sanità?

Oppure la vera ragione di tanta soddisfazione nel lasciare le cose come stanno e di tanta ostilità verso l’ospedale unico, deriva più da una strenua difesa politica del proprio bacino elettorale piuttosto che da una offerta di puntuali soluzioni ai reali problemi di salute che affliggono chi dovrebbe essere assistito come si conviene.

La mobilità passiva, le cosiddette fughe, sono lì a dimostrare il già avvenuto sgretolamento del sistema sanitario ospedaliero del V.O. che fino ad oggi è vissuto su troppi nosocomi, su troppi doppioni inutili; doppioni e vecchie strutture che ancora si tenta di mantenere in vita, continuando così ad alimentare la sfiducia dei malati, che troveranno nella fuga verso altri nosocomi la risposta migliore ai propri problemi di salute.

A questo punto non può non essere chiaro ai cittadini cosa intendono questi signori (sempre gli stessi!!) per sanità: non certo l’offerta di un’assistenza ospedaliera qualificata al malato, ma solo un mezzo per curare il proprio bacino elettorale.

 

Ora, se alla Regione son venuti meno i finanziamenti, dica chiaramente di non avere le risorse per costruire un nuovo ospedale, e intanto si interroghi come farà a realizzare economie di scala e a risolvere le perdite di esercizio dell’ASL 10 mantenendo due presidi ospedalieri.

Comunque, anche per la Regione, a cui compete la programmazione della sanità a tutti i livelli ( dlg. 502 del 1992), dovrebbe valere il principio di trovare, in materia di assistenza sanitaria, soluzioni idonee a soddisfare, non l’elettore politicizzato, bensì il malato.

Infatti:

Come si può pensare che un ospedale costruito su due stampelle, perché di due stampelle sbilenche trattasi, siano esse i due poli con funzioni distinte, sia il vecchio sistema dei due o tre nosocomi possa proporre un sistema sanitario ospedaliero efficace ed efficiente e non il mantenimento degli stessi disagi economici e di credibilità prodotti fino ad ora?

Come è possibile non rendersi conto che un ospedale unico, baricentrico, dove il paziente verrebbe gestito in un ambito ben definito, sotto la stretta collaborazione fra reparti medici e chirurgici integrati; dove rianimazione, unità coronarica, stroke unit sarebbero tutte collocate, collegate e disponibili nella stessa struttura, non possa dare qualità migliore per concentrazione di risorse umane, compartimenti sanitari coordinati e possibilità di miglior addestramento?

E poi: perché continuare ad offendere la professionalità dei medici e paramedici costringendoli ad operare in situazioni disagiate anziché porli nella condizione di esprimersi al meglio?

Perché rischiare di perdere valide professionalità facilmente attratte da realtà ospedaliere più razionali e organizzate?

A tutti quei cittadini sani che pretendono l’ospedale sotto casa, la Giunta Regionale dovrebbe spiegare che l’unico obbligo che hanno le istituzioni preposte, è quello di offrire strutture sanitarie efficienti che consentano alle risorse umane in esse inserite di operare al meglio nell’interesse del malato.

Se invece la verità è un ‘altra, come già si è detto: se non ci sono le risorse finanziarie, lo si dica, e non si illuda chi ha creduto veramente nella possibile realizzazione di un ospedale che desse finalmente una svolta qualitativa e razionale al sistema sanitario ospedaliero del V.O.

La permanenza oggi di due presidi ospedalieri con un limitato numero di posti letto, con inutili doppioni, ospedali difficili da sostenere economicamente, potrebbe divenire uno dei motivi per giungere alla loro soppressione in un prossimo futuro: Dio non voglia!

E se ciò dovesse avvenire chi ringraziare:

1) l’ottusa visione di politici intenti più a osteggiare che favorire il miglioramento della sanità ospedaliera nel V.O. per il paradossale timore di perdere il consenso elettorale di chi è sano;

2) la grave incapacità culturale e morale degli stessi per non aver voluto riconoscere le discrasie e incongruenze della sanità ospedaliera attuale del V.O.;

3) la testardaggine politica di non voler recepire che la sanità, tout court, ha un solo fine: curare al meglio chi si ammala!!!

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