LEGA NORD SUL CONVEGNO AL DON BOSCO: “SBAGLIATO ALZARE I TONI, MA LE SENTINELLE IN PIEDI SONO VITTIME DI SQUADRISMO” Reviewed by on . Rating: 0

LEGA NORD SUL CONVEGNO AL DON BOSCO: “SBAGLIATO ALZARE I TONI, MA LE SENTINELLE IN PIEDI SONO VITTIME DI SQUADRISMO”

LEGA NORD SUL CONVEGNO AL DON BOSCO: “SBAGLIATO ALZARE I TONI, MA LE SENTINELLE IN PIEDI SONO VITTIME DI SQUADRISMO”

Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni di Monica Corazza, segretario di Lega Nord, sezione di San Donà di Piave, riguardo le polemiche sul convegno sulla famiglia:

“Ieri sera si è tenuta la prima serata del ciclo di incontri sulla famiglia presso l’Oratorio Don Bosco, ed è per senso di responsabilità che  intendiamo chiudere la polemica innescatasi nei giorni scorsi proprio su questo evento. Le famiglie, almeno per una volta, sembrano ricevere l’attenzione che meritano, ed è tempo di lasciare spazio a loro senza inquinare ulteriormente il dibattito.  Per fare ciò è però necessario fare alcune precisazioni, almeno per questione di onestà intellettuale. La prima è quella di ammettere quando si sbaglia. Ci riferiamo ad un nostro comunicato nel quale abbiamo parlato del convegno, come se questo avesse già avuto corso. In quel caso ci siamo affidati ad un articolo di giornale nel quale il segretario del PD, David Vian, a più riprese afferma che il sindaco Cereser “non doveva andare” al convegno. L’errore è nostro e facciamo ammenda. Detto questo, non può nemmeno passare inosservato il fatto che fu il segretario Vian per primo ad esacerbare gli animi, definendo come “retrogradi” i valori che ispirano il convegno stesso. In politica si può discutere di tutto, ma è innegabile che questo tipo di atteggiamento contribuisce non poco ad imbarbarire il dibattito. Proprio perché considerate persone retrograde, le “sentinelle in piedi” quest’ anno sono state ripetutamente vittime di vergognosi attacchi squadristi. Proprio nel fatto di sentirsi superiori a queste persone retrograde, i loro aggressori hanno trovato una legittimazione per usare violenza su di loro. E’ a queste persone che noi abbiamo pensato subito dopo aver letto le sue dichiarazioni.  Lui ci chiede di moderare i toni? Siamo disponibili a farlo da subito, ma esigiamo che nel dibattito tutti abbiano la stessa dignità. Ammettere il suo errore, come d’altra parte abbiamo appena fatto anche noi, sarebbe già un passo in avanti. Per quanto riguarda le accuse rivolteci dalle organizzazioni LGBT, le quali hanno palesato lo spettro del razzismo e dell’intolleranza, vogliamo sgombrare il campo da equivoci: nei nostri comunicati non abbiamo mai voluto attaccare la dignità delle persone. Con le nostre dichiarazioni intendevamo invece ribadire un concetto semplice ma al tempo stesso fondamentale, cioè che un sindaco (qualsiasi sindaco) ha il diritto/dovere di recarsi dovunque la gente richieda la sua presenza, e come ogni   cittadino può esprimere la sua opinione.  Siamo in democrazia, e le associazioni LGBT hanno la possibilità di portare avanti le proprie istanze, organizzare meeting e invitare gli ospiti a loro più graditi. Per quanto riguarda la tutela dei soggetti più deboli (pensiamo al fenomeno del bullismo a scuola) possono parlare anche con noi per trovare delle soluzioni. Ciò a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi (durante i quali c’è stato chi voleva cambiare il contenuto di un convegno organizzato da altri e sindacare sulla  presenza o meno del sindaco) aveva però assunto i tratti di un’ invasione di campo provocata da un atteggiamento supponente e non rispettoso nei confronti delle sensibilità altrui.

Per concludere, tutti i dati politici ci dicono che, in Italia,  chi caldeggia le unioni gay è ancora in stretta minoranza. Esattamente come lo siamo noi su molti altri aspetti.

Tanti anni fa Gianfranco Miglio dichiarò che il federalismo si sarebbe scuramente affermato perché “per forza delle cose doveva essere così”.  Dopo tanti anni il risultato è che stiamo ancora combattendo per quello. La strada è sempre in salita e molte persone non sono state convinte sulla bontà di questo progetto. Forse alla fine il tempo ci darà ragione, forse no. Ma non per questo ci sentiamo autorizzati a delegittimare l’avversario e a prevaricarlo.

Per noi il caso è chiuso”.

 

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