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LA BANDIERA DELLA LEGALITÀ VA TENUTA ALTA: TUTTI DEVONO DARE IL LORO CONTRIBUTO

LA BANDIERA DELLA LEGALITÀ VA TENUTA ALTA: TUTTI DEVONO DARE IL LORO CONTRIBUTO

Riceviamo e pubblichiamo la “lettera aperta” a firma del Sindaco e del Presidente del Consiglio Comunale di San Donà di Piave

Per troppo tempo si sono ignorati i segnali di allarme su questo territorio, pur avendo conosciuto la nascita di una mafia autoctona, quella del Brenta.
È sempre stata “cosa d’altri” e mai “cosa nostra”.
Questo almeno fino agli ultimi fatti di cronaca che, pur nella doverosa necessità di sospendere ogni giudizio fino alla sentenza definitiva, hanno il triste merito di aver illuminato una verità scomoda: di fronte alle mafie nessuno può dirsi al sicuro, nessun territorio può dirsi immune, nessun cittadino può rinunciare ad agire.

Sfruttando la crisi economica, la sfiducia verso le istituzioni, il malessere sociale ma anche un consenso sociale presente in alcune parti della società civile, politica, produttiva e delle professioni, le mafie si sono radicate, diventando la vera e propria questione da affrontare.

Secondo i dati diffusi dalla Direzione Investigativa Antimafia nell’ultima relazione semestrale al Parlamento, le denunce per associazione mafiosa in Veneto sono passate, in meno di cinque anni, da 28 (2015) a 60 (primo semestre 2019), registrando un aumento del 114%. Nello stesso arco temporale, le denunce per il reato di riciclaggio sono passate da 352 a 696.
Sono numeri da capogiro che, purtroppo, danno il senso di come le mafie siano penetrate anzitutto nell’economia del nostro territorio, ma anche nella società civile, fino ad arrivare alla politica ed alle pubbliche amministrazioni. E lo hanno fatto in maniera silenziosa, sfruttando la complicità di tanti insospettabili imprenditori, liberi professionisti, funzionari e politici alla ricerca di ricchezza, potere e consenso.

Quest’area grigia ha rappresentato l’ambiente ideale per la diffusione del virus fenomeno mafioso e adesso occorrono misure straordinarie per debellarlo. È necessaria una mobilitazione collettiva, un’assunzione di responsabilità che parta dalla politica ma e che coinvolga anche i corpi intermedi, ovvero associazioni di categoria, sindacati, ordini professionali, mondo bancario e finanziario.
Le mafie si possono sconfiggere, a condizione però che nessuno si chiami fuori. Le mafie si battono con la partecipazione non con la delega Ciascuno per il ruolo che riveste nella società deve impegnarsi a fare la propria parte

Una delega esclusiva alle forze di polizia ed alla magistratura non può funzionare perché, per quanto efficaci, le sole misure repressive non sono sufficienti. Dobbiamo tutti impegnarci per costruire una rete di “legalità organizzata” che metta al centro i nostri ragazzi, perché solo agendo sulla leva educativa e culturale potremo creare la coscienza necessaria a riconoscere e combattere il fenomeno mafioso.

La nostra Città, insieme a tante altre del Veneto, sta compiendo il percorso dei 100 passi verso il 21 marzo, che coinvolge numerose città italiane con varie iniziative in preparazione del 21 marzo, data in cui si svolgerà a Palermo la 25a Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Il 20 Marzo, in particolare, saremo a Verona per la 5a Giornata Regionale della Memoria e dell’Impegno, un progetto didattico-educativo promosso dalla Regione del Veneto, in collaborazione con Avviso Pubblico e con la partecipazione di Libera, che coinvolge ogni anno oltre 700 studenti provenienti da 14 istituti superiori del Veneto.
Noi ci saremo, insieme a due classi del Liceo Montale di San Donà e a due classi del Liceo Stefanini di Mestre. In prima fila per dire “no alle mafie, sì alla legalità”.

Il Presidente del Consiglio Comunale: Francesco Rizzante
Il Sindaco: Andrea Cereser

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