ALLOGGI ERP, IL PD ATTACCA ZAIA: “IN DIECI ANNI GESTIONE FALLIMENTARE, LISTE DI ATTESA LUNGHISSIME E CASE SFITTE PER ASSENZA DI MANUTENZIONE. LA NUOVA LEGGE CERTIFICA IL DISASTRO: CANONI ALLE STELLE E FAMIGLIE SOTTO SFRATTO”

“14.500 nuclei familiari hanno fatto richiesta di un alloggio popolare e la risposta della Regione all’emergenza è una legge che aumenta il canone per 23.930 famiglie e ne manda in decadenza altre 4.194, mentre quattromila appartamenti Erp sono sfitti per mancanza di manutenzione. Una situazione esplosiva aggravata da un provvedimento iniquo, che va bloccato: le modifiche in corso d’opera annunciate dall’assessore Lanzarin non sono sufficienti”.
È quanto affermano i consiglieri regionali del Partito Democratico che oggi, nel corso di una conferenza stampa a Padova, hanno illustrato e commentato i dati forniti dall’Arav (Associazione regionale Ater Veneto) sulla gestione degli alloggi Erp.
“Quello che emerge è un quadro desolante, una situazione molto critica che sta venendo a galla grazie anche alla nostra determinazione nel denunciare le storture della legge e della sua applicazione. I numeri dimostrano come la gestione delle Ater, per lungo tempo commissariate da Zaia, sia stata fallimentare, almeno nell’ultimo decennio. Una gestione incapace di valorizzare un patrimonio immobiliare enorme, che si sta via via sgretolando perché non ci sono investimenti significativi Inoltre non è stata compresa la situazione reale degli inquilini, nessun intervento nei confronti di tanti furboni - altro che furbetti! – che sono spuntati solo adesso. I controlli chi li doveva fare? La Regione ha scoperto che qualche assegnatario ha valori immobiliari ‘importanti’: bene, com’è possibile che finora sia passato tutto sotto silenzio? Si potevano rintracciare tramite la dichiarazione dei redditi, facendo una verifica incrociata con l’Agenzia delle Entrate. Perché le Ater non sono mai intervenute? E Zaia non può chiamarsi fuori dalle responsabilità per aver permesso il protrarsi di questa situazione”.
La fotografia fornita dai dati Arav è la seguente: gli alloggi delle sette Ater sono 37.761 per 32.143 famiglie, con una forbice di 5.618 case non occupate. Un migliaio sono in fase di assegnazione, 630 in vendita, circa 4mila sono invece indisponibili. “Un patrimonio importante ma inutilizzato, sottratto all’assegnazione perché non sono stati fatti i necessari lavori di manutenzione. È una cosa gravissima, considerando che in lista di attesa ci sono ben 14.500 famiglie!”.
La nuova legge regionale 39/2017 ha introdotto l’Isee-Erp per valutare le domande e i canoni di affitto: le Ater hanno spedito 31.621 richieste, circa 500 in meno rispetto al numero degli occupanti; le risposte, sotto forma di dichiarazione Isee, sono state 30.281, 1.341 non hanno fornito notizie. “Ci auguriamo che queste famiglie abbiano redditi tali da non essere più titolari di alloggi Erp e che non sia invece stata fallace la comunicazione, conoscendo la fragilità di molti inquilini delle case popolari” – l’auspicio dei consiglieri dem.
“L’applicazione della nuova normativa, dal primo luglio, sta avendo effetti devastanti. Il canone è aumentato per 23.930 famiglie, il 77,7% del totale. L’incremento medio è del 20-30%, ma in alcuni casi, non pochi, l’affitto è addirittura triplicato. Inoltre è stato avviato lo sfratto, o più gentilmente, la procedura di decadenza, come sottolinea l’assessore Lanzarin, per 4.194 famiglie, a cui vanno aggiunte quelle che non hanno comunicato l’Isee: complessivamente sono 5.535, il 18,5% del totale. Una bomba sociale se sommiamo pure le morosità. Nel 2018 la cifra non riscossa era di oltre nove milioni e mezzo di euro, 9.610.593, di cui 6.681.650 solo per l’Ater di Venezia e 2.926.000 per le altre. Sono cifre da capogiro, destinate a impennarsi a causa del vistoso aumento dei canoni”.
“Non vogliamo difendere i furbi, chi non ha diritto alla casa popolare va espulso – affermano senza mezzi termini i consiglieri del PD – Occorre però fare attenzione: giusto intervenire su chi dispone di redditi alti, ma nell’arco di due anni, il tempo concesso per mettersi in regola, chi ha proprietà immobiliari o mobiliari elevate potrebbe farla franca, intestandole a familiari o fiduciari. Insomma, fatta le legge trovato l’inganno. Vogliamo tutelare le categorie più fragili, ovvero pensionati o ultrasettantenni che hanno l’unica colpa di aver risparmiato una vita o di aver ricevuto la liquidazione dopo anni di sacrifici e lavoro e vengono messi alla porta perché superano i parametri. È possibile conteggiare il Tfr nell’Isee-Erp? Noi siamo contrari, l’avevamo già detto sia in Commissione che in Consiglio: adesso sembra che l’assessore Lanzarin apra a questa ipotesi, meglio tardi che mai! Durante la discussione della legge avevamo anche chiesto l’inserimento di un canone di permanenza, una sorta di soglia di tolleranza, innalzando l’Isee-Erp a 23/25mila euro, come già accade in altre Regioni. Proposta bocciata due anni fa, ora la Regione fa dietrofront. Ci avesse ascoltato a suo tempo, avremmo un problema in meno”.
“La gestione fallimentare degli alloggi Erp – concludono i consiglieri del Partito Democratico – è solo l’ultima in ordine di tempo, della Giunta Zaia, capace solo di fornire servizi a costi insostenibili per le famiglie in difficoltà: basti pensare alle rette proibitive delle case di riposo, o al crescente ricorso alla sanità privata per chi non può permettersi di aspettare i tempi delle lunghe liste d’attesa del sistema sanitario pubblico. E poi Zaia dice che non mettono le mani in tasca ai veneti!
Fonte: Comunicato stampa