GREENTECH ITALY E VENETO GREEN, LA DENUNCIA DEL PRESIDENTE ANTONIO CASOTTO: “LA CARENZA DI IMPIANTI IN ITALIA APRE SCORCIATOIE ALLA MALAVITA E SVANTAGGIA I NOSTRI IMPRENDITORI” Reviewed by on . Rating: 0

GREENTECH ITALY E VENETO GREEN, LA DENUNCIA DEL PRESIDENTE ANTONIO CASOTTO: “LA CARENZA DI IMPIANTI IN ITALIA APRE SCORCIATOIE ALLA MALAVITA E SVANTAGGIA I NOSTRI IMPRENDITORI”

GREENTECH ITALY E VENETO GREEN, LA DENUNCIA DEL PRESIDENTE ANTONIO CASOTTO: “LA CARENZA DI IMPIANTI IN ITALIA APRE  SCORCIATOIE ALLA MALAVITA E SVANTAGGIA I NOSTRI IMPRENDITORI”

Nel settore della raccolta e smaltimento di rifiuti industriali c’è una situazione di crescente rischio ambientale, creato dal malaffare, di cui la politica e l’opinione pubblica non possono far finta di non sapere. Gli  imprenditori corretti, che operano nel settore, svolgendo un’indispensabile attività a servizio della società industriale, sono stanchi di essere additati come inquinatori per colpa di poche, quanto pericolosissime mele marce”.

Lo sfogo è di Antonio Casotto, fondatore dell’associazione Veneto Green e presidente della Rete Innovativa Regionale Greentech Italy fra aziende sensibili ai temi dell’economia circolare.

Le ripetute scoperte nelle campagne venete, da parte delle forze di polizia, di capannoni abbandonati, stipati di rifiuti anche pericolosi, testimoniano la gravità del fenomeno legato ad organizzazioni criminali; – segnala Casotto - la situazione è presto descritta: le discariche regionali sono quasi esaurite e riservano lo spazio residuo ai rifiuti urbani; i siti aziendali di stoccaggio sono al limite delle capacità; noi siamo costretti a smaltire i rifiuti industriali all’estero con aumento dei costi, ma soprattutto dei tempi anche burocratici, senza contare il pericolo dei tanti camion con sostanze inquinanti, che percorrono le strade. In questo quadro si inserisce facilmente una criminalità in giacca e cravatta, professionale ed organizzata, che si propone di risolvere tempestivamente un problema importante per l’imprenditore. Nascono così vere e proprie società, in capo a prestanome, che con una semplice comunicazione, come previsto dalla legge, informano dell’avvio di un’attività di raccolta  di rifiuti non pericolosi per poi allargare illecitamente il raggio d’azione. I rifiuti vengono stoccati in capannoni regolarmente affittati; esaurito lo spazio, la società viene chiusa o fatta fallire ed i pericolosi materiali stoccati restano in capo al proprietario dell’immobile che, considerati i costi dello smaltimento, spesso opta anche lui per il fallimento. A quel punto, l’onere spetta all’ignaro Comune, aggravando i conti della finanza pubblica nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso a carico di persone naturalmente

insolvibili”.

“Di fronte a questo preoccupante scenario – conclude Casotto - c’è bisogno di non nascondere la testa sotto la sabbia, ma di affrontare il problema con scelte coraggiose quanto impopolari come i termovalorizzatori di ultima generazione. Nell’attesa di un nuovo modello di sviluppo, per il quale la R.I.R. Greentech Italy e l’associazione  Veneto Green si stanno adoperando, bisogna essere consapevoli che i rifiuti industriali esistono e per il loro smaltimento non solo paghiamo altri Paesi, ma forniamo loro materia prima per produrre energia. E’ un paradosso, che ci sta costando caro anche in termini di infiltrazioni malavitose nella nostra società”.

M.C.

Fonte: Comunicato Stampa

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