L’ALLARME DI ANCE VENEZIA PER IL BLOCCO DEI LAVORI DEL MOSE: “SENZA FINANZIAMENTI LE IMPRESE SI FERMANO E GLI ADDETTI PERDONO IL POSTO” Reviewed by on . Rating: 0

L’ALLARME DI ANCE VENEZIA PER IL BLOCCO DEI LAVORI DEL MOSE: “SENZA FINANZIAMENTI LE IMPRESE SI FERMANO E GLI ADDETTI PERDONO IL POSTO”

L’ALLARME DI ANCE VENEZIA PER IL BLOCCO DEI LAVORI DEL MOSE: “SENZA FINANZIAMENTI LE IMPRESE SI FERMANO E GLI ADDETTI PERDONO IL POSTO”

Ance Venezia (Associazione nazionale dei costruttori edili) esprime forte preoccupazione per il blocco, ormai imminente, dei lavori di realizzazione del Mose che comporterà gravi ricadute per le imprese e sul fronte occupazionale.

Lo stop dei finanziamenti che perdura da circa un anno, infatti, rende a questo punto inevitabile la sospensione dei cantieri costringendo di fatto le ditte affidatarie, subappaltatrici e fornitrici a lasciare a casa un numero molto consistente di addetti, nell’impossibilità di pagarne i salari.

Paradigmatica è la situazione della società Mantovani che dal prossimo lunedì, 2 ottobre 2017, dovrà ridurre la propria forza lavoro di 102 unità a cui è molto probabile che presto ne dovrà aggiungere un altro centinaio.

“Il paradosso – dichiara il presidente di Ance Venezia Ugo Cavallin – è che i soldi ci sono ma non vengono usati. Al di là di quelle che sono le motivazioni alla base del loro mancato trasferimento, su cui non ci compete entrare, lanciamo un forte appello a chi dovere perché i lavori non solo non si fermino, ma riprendano a pieno ritmo dopo i rallentamenti dell’ultimo periodo. Esistono degli impegni previsti contrattualmente che devono essere onorati e il cui mancato rispetto non può in alcun modo ricadere sulla produzione delle imprese costruttrici e sull’occupazione. Ci sono ditte che sono già arrivate al punto di un’esposizione finanziaria non più sostenibile”.

La sola Mantovani vanta un credito da 40 milioni di euro per lavori già eseguiti e non ancora saldati, nonostante sia già disponibile tutta la relativa certificazione che dà titolo al pagamento.

“In mancanza di un’auspicata svolta, non più rinviabile, i cantieri si fermeranno nell’arco di una decina di giorni – annuncia l’ad Maurizio Boschiero – Ai 40 milioni che attendiamo dovrebbero aggiungersene 120, che peraltro ci risultano essere già nella disponibilità del Provveditorato regionale ai Lavori pubblici, ma fermi per ragioni burocratiche. Il rischio è che, nella migliore delle ipotesi, per almeno 5-6 mesi i lavori vengano sospesi in attesa di una preannunciata clausola di sblocco nella prossima Legge di stabilità di cui ancora non si sa molto. Diventa inevitabile, purtroppo, rinunciare complessivamente a circa 200 addetti”.

A questo punto, è molto concreta la possibilità è che si verifichi a stretto giro un effetto domino che coinvolgerà anche tutti gli altri soggetti subappaltatori e fornitori coinvolti nella filiera.

Ance Venezia chiede dunque, con forza e a grande voce, che la Politica – che tergiversa anche sulla convocazione del Comitatone – si mobiliti per evitare lo stallo definitivo nella realizzazione dell’opera che nell’incertezza del futuro assesterebbe un colpo molto duro all’attività del comparto.

“Che il bando di gara per ottenere 50-60 milioni dalle banche sia andato a vuoto è un segnale molto negativo – sottolinea il presidente Cavallin – Dopo mille vicissitudini e una spesa complessiva fin qui di 5 miliardi e mezzo di euro, è imprescindibile che si compia l’ultimo miglio per arrivare al completamento del Mose, che serve alla salvaguardia di Venezia. Stigmatizzo, peraltro, le dichiarazioni irresponsabili, rese probabilmente a meri fini elettorali, di alcuni parlamentari che nei giorni scorsi hanno chiesto che non siano più concessi finanziamenti: a loro ricordo che esistono rapporti contrattuali e incarichi formalizzati a norma di legge che non possono essere disattesi sulla pelle delle imprese costruttrici e dei loro addetti, che da anni vengono impiegati per il completamento dell’opera. Ci auguriamo, inoltre, che anche il sindacato faccia la sua parte per evitare che si arrivi a un punto di non ritorno per i cantieri e i lavoratori”.
Fonte: comunicato stampa

 

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