FONDO DI SOLIDARIETÀ: “ANCHE JESOLO DEVE FAR RICORSO CONTRO LO STATO E RIAVERE INDIETRO I PROPRI SOLDI”
«Anche Jesolo può riavere indietro i soldi dati allo Stato con il Fondo di Solidarietà Comunale: quelle risorse devono tornare indietro per essere investite sul territorio». Christofer De Zotti, candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative per Jesolo Comune e Indipendenza Veneta, interviene commentando la sentenza del Tar del Lazio che recentemente ha dato ragione a diversi comuni del Veneto appellatisi al Tribunale Amministrativo Regionale sulla presunta illegittimità del metodo di ripartizione delle risorse e in particolare sul prelievo standard di gettito Imu.
Il Fondo di Solidarietà Comunale è stato introdotto dal governo nel 2015 per aiutare le amministrazioni in difficoltà o in dissesto finanziario in tutto lo Stivale. Ad alimentarlo è stato proprio il gettito derivante dalla nota tassa locale.
«Il Tar del Lazio ha dato ragione nelle scorse settimane a numerose amministrazioni comunali», incalza De Zotti, «che a questo punto potrebbero riavere indietro i denari prelevati in passato da Roma come contributo al Fondo di Solidarietà. La parola passa ora al Consiglio di Stato ma nel frattempo non possiamo stare fermi. Anche Jesolo ha dato tanto a quel Fondo: solo nel 2017 sono stati 2 milioni di euro i soldi prelevati dal gettito Imu. Risorse che sarebbero servite a realizzare in loco opere per la collettività. Anche la nostra località deve presentare ricorso in quanto Comune virtuoso che regolarmente ha fatto l’aggiornamento delle rendite catastali. Ci sono stati casi in cui alcune realtà hanno riavuto dallo Stato più di quanto hanno versato ed infatti su questo la giustizia farà il suo corso. Ora aspettiamo il ricalcolo del Fondo e le spettanze per ognuno: siamo pronti ad azioni forti se non ci verrà riconosciuto quanto dovuto. Il denaro che come Comune potremmo riavere indietro potrà servire ad abbassare il carico fiscale, ma anche a realizzare opere pubbliche e investimenti nel sociale per anziani e famiglie. Anche se ci vorrà del tempo, in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato, questo non vuol dire che non dobbiamo far valere i nostri diritti».
Fonte: Comunicato Stampa