PRIMO INTERVENTO DI CARDIOLOGIA SENZA RADIAZIONI Reviewed by on . Rating: 0

PRIMO INTERVENTO DI CARDIOLOGIA SENZA RADIAZIONI

PRIMO INTERVENTO DI CARDIOLOGIA SENZA RADIAZIONI

Primo intervento di cardiologia senza radiazioni

 

Per la prima volta, grazie all’impiego di una sofisticata tecnologia di derivazione militare, è stato eseguito nel Veneto Orientale un intervento al cuore senza l’impiego di radiazioni.

L’utilizzo di questo navigatore satellitare militare di ultima generazione ha permesso all’equipe medica del dottor Francesco Di Pede di osservare il cuore senza l’uso di radiazioni e poter curare l’aritmia cardiaca raggiungendola facilmente.

“L’aritmia è un’alterazione del ritmo cardiaco provocata da una specie di “corto circuito” delle fibre elettriche del cuore – spiega il dottor Di Pede, direttore dell’unità operativa complessa di Cardiologia di Portogruaro – l’ablazione transcatetere mediante radiofrequenza è una procedura che consente di individuare e di neutralizzare la zona di cuore che causa l’aritmia , tramite cateteri (tubicini del diametro di 2 mm circa) inseriti attraverso i  vasi sanguigni in anestesia locale”.

Per poter portare a termine l’intervento erano necessari i raggi X e servivano dai 40 minuti fino ad alcune ore, esponendo i pazienti a pericolose radiazioni.

“Da dicembre 2015, presso il Laboratorio  di Elettrofisiologia di Portogruaro – aggiunge il dottor  René Nangah Suh – abbiamo  la disponibilità di questa tecnologia che consente di abbattere quasi a zero l’esposizione radiologica permettendoci di affrontare la cura di pazienti affetti da aritmie complesse, come ad esempio la fibrillazione atriale che veniva curata in altri ospedali”.

In questi giorni all’ospedale di Portogruaro sono stati trattati i primi due pazienti con successo. “È un esempio concreto di come il progresso tecnologico rivoluziona le cure e allunga la vita – dichiara il direttore generale dell’Ulss10, Carlo Bramezza – . Nonostante tante persone continuino a criticare chi cerca di organizzare al meglio la sanità pubblica che vanta tanti bravi professionisti, e nonostante si continui a dire che gli ospedali di questa Azienda non sono sicuri, creando solo allarmismo, questo salto di qualità nella cura dei pazienti cardiopatici è stato reso possibile proprio alla riorganizzazione dell’area cardiologica che ci ha consentito di recuperare risorse e di investirle in tecnologia”.

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