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OMS PROMUOVE IL VENETO: “TERRE IN CUI SI VIVE MEGLIO”

OMS PROMUOVE IL VENETO: “TERRE IN CUI SI VIVE MEGLIO”

OMS promuove il Veneto: “Terre in cui si vive bene”

 

“In una virtuale classifica della salute pubblica in Europa, il Veneto si colloca nelle posizioni più alte: fa registrare l’aspettativa di vita più lunga, segno di efficienza del sistema assistenziale; presenta tassi di mortalità ridotti; tassi inferiori alla media per malattie molto gravi come tumori e cardiopatie; apprezzabile attenzione al fondamentale aspetto della prevenzione e della qualità dell’ambiente di vita dei propri cittadini”.

Questo il giudizio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul sistema sanitario e ambientale della Regione del Veneto, espresso da Szuszanna Jakab, direttrice dell’Ufficio per l’Europa dell’Oms. “La sfida che ora avete di fronte – ha aggiunto la Jakab – è quella di mantenere i livelli raggiunti in un momento non facile per le finanze pubbliche un po’ in tutta Europa e, dove possibile, incrementarli, ma se qualcuno mi chiedesse dove andare a vivere per star bene non avrei problemi a indicare il Veneto tra i luoghi migliori di tutti e 53 i paesi Europei di cui l’Oms si occupa”.

Gli assessori Coletto e Bottacin hanno tenuto a sottolineare che “questo lusinghiero giudizio è anche figlio dell’integrazione che stiamo attuando tra politiche sanitarie e ambientali, consci come siamo che la salute si comincia a costruire facendo vivere la gente in un ambiente più sano possibile”. Da parte sua, Coletto ha tenuto a sottolineare che “il Veneto ottiene questi risultati riuscendo nel contempo ad essere una delle Regioni europee dove la salute costa meno rispetto alla quantità e alla qualità erogata”, mentre Bottacin, indicando nell’Arpav “lo strumento dove si concretizza la più stretta collaborazione con la Sanità”, ha tenuto a ringraziare l’Oms “per la collaborazione che ci sta dando nell’affrontare la delicata questione dell’inquinamento delle acque superficiali da sostanze perfluoro alchiliche e nel definire le relative soglie, che ancora non sono state fissate, né a livello europeo, né a livello nazionale”.

Gli esperti dell’Oms hanno indicato come prioritarie per la salvaguardia della salute le politiche di prevenzione rispetto al fumo, all’abuso di alcol, al consumo di stupefacenti, agli stili di vita sbagliati, che portano alla sedentarietà e, sempre più spesso, al sovrappeso o all’obesità. Sono stati particolarmente apprezzati i sistemi di sorveglianza e le azioni del Piano Regionale Prevenzione 2014-2018 sui temi del consumo di alcol e della guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti; del fumo, che vede scendere l’attitudine alla sigaretta fino a registrare “solo” il 22% di fumatori nella fascia 18-69 anni; il modello di azione integrata sull’acqua potabile, con 7 reti di sorveglianza attive, 3.800 stazioni di acqua potabile controllate, 8.000 campionamenti d’acqua l’anno; 200.000 accertamenti analitici l’anno dei quali il 99,75% risultati conformi alla norma; il sistema di sorveglianza “Okkio”, rivolto ai ragazzi in età scolastica e puntato sullo stato nutrizionale e gli stili alimentari e di vita; il sistema di sorveglianza specifico rivolto alla popolazione anziana e all’andamento delle cronicità.

Dalla direttrice Jakab è venuto anche un forte richiamo alla necessità di diffondere quanto più possibile la cultura della vaccinazione. “Rinunciando ai vaccini – ha detto – il mondo rischia di andare indietro di 150 anni. Occorre informare bene soprattutto le giovani generazioni di genitori che non hanno visto con i loro occhi malattie ormai debellate proprio grazie alla vaccinazione. Anche rosolia e morbillo – ha esemplificato – possono uccidere”.

“E’ esattamente il lavoro che stiamo facendo in Veneto – le ha risposto Coletto – dove da anni abbiamo sperimentato positivamente la non obbligatorietà, che confermiamo, affiancando però la libertà di scelta con una vasta azione informativa, sia sull’utilità del vaccino anti influenzale, quanto meno per le categorie a rischio, sia su quella del vaccino in età pediatrica, sul quale puntiamo ad informare i genitori già nella fase pre parto. Soprattutto sul web – ha concluso Coletto – girano troppe bufale, principalmente allarmistiche, alle quali bisogna rispondere con la verità scientifica, e cioè che il vaccino non è pericoloso e che i casi di reazione avversa sono l’eccezione che conferma la regola”.

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