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BRAMEZZA SUL PORTOGRUARESE: “UNA SFIDA PER L’ULSS 10″

BRAMEZZA SUL PORTOGRUARESE: “UNA SFIDA PER L’ULSS 10″

Lettera aperta del direttore generale dell’ULSS 10 Carlo Bramezza riguardo l’organizzazione della sanità nel portogruarese:

 

“Da tempo si discute molto, anche con petizioni e manifestazioni pubbliche, sulla nuova organizzazione in atto all’ospedale di Portogruaro. Condivido le preoccupazioni della popolazione riguardo al fatto che, con varie novità in arrivo, si possa temere una riduzione della qualità dei servizi per la propria salute. E’ normale sia così per i non addetti ai lavori, in quanto non hanno a disposizione il quadro completo di una organizzazione della sanità che deve tenere conto delle mutate esigenze della popolazione, che deve considerare l’evoluzione delle cure ed essere nel contempo economicamente sostenibile. Per tali motivi mi sento in dovere di fornire una serie di elementi volti a tranquillizzare la cittadinanza.

In primo luogo è necessario osservare la nuova organizzazione in una visione più ampia. Questa Azienda affronterà le sfide future mediante l’impiego di tre motori: i presidi ospedalieri di Portogruaro a vocazione chirurgica, di San Donà a vocazione medica e di Jesolo a vocazione specialistico-riabilitativa, inoltre con un’organizzazione dei servizi territoriali volti a soddisfare una sempre più ampia offerta di cure intermedie.

Venendo al nocciolo della questione, sulla organizzazione della cardiologia di Portogruaro, la cui degenza è stata trasferita all’ospedale di San Donà, questo tema va visto oltre i confini geografici di uno o più comuni circostanti. E dunque posso affermare con certezza che dall’1 dicembre la cardiologia dell’Ulss10, non di Portogruaro, ha fatto un salto di qualità. La contestata nuova organizzazione ha infatti permesso di recuperare risorse umane e di ottimizzare l’assistenza ai pazienti di tutta l’Azienda. Un esempio tangibile è  l’emodinamica, per la quale è ora possibile ampliare l’attività portandola a 12 ore giornaliere, potenziando inoltre l’attività assistenziale medica.

Nonostante i periodi di forti riduzioni di trasferimenti statali per la sanità, inoltre, si è investito sulla tele cardiologia consentendo ai pazienti un più rapido accesso alle cure: tutti i pronto soccorso e le ambulanze sono in grado di collegarsi a distanza con l’unità coronarica di Sa Donà e di decidere subito il trasferimento nel reparto più appropriato. Le nostre ambulanze sono attrezzate con tecnologie e personale in grado di affrontare le problematiche cardiologiche. La disattivazione della guardia medica e il parallelo avvio del teleconsulto non penalizzano alcun paziente. Il trasferimento della degenza a San Donà ha reso possibile l’aumento delle attività ambulatoriali a Portogruaro, riducendo i tempi d’attesa per le prestazioni cardiologiche. Ma, in particolare, con la nuova organizzazione, se in passato i pazienti cardiologici gravi venivano trasferiti all’ospedale di Mestre, si sono poste le basi per poterli curare in questa Azienda.

L’ospedale di Portogruaro è stato non verrà impoverito di servizi, tutt’altro. Sta assumendo una propria identità e avrà a breve nuove unità operative come l’otorinolaringoiatria e la chirurgia vascolare. Tutto questo per un unica, sola, finalità: migliorare le cure alla popolazione e mantenere quella eccellenza in sanità riconosciuta, in Italia, alla regione Veneto.”

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