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ASSUNZIONI, CORTE COSTITUZIONALE DÁ RAGIONE AL VENETO

ASSUNZIONI, CORTE COSTITUZIONALE DÁ RAGIONE AL VENETO

Assunzioni, Corte Costituzionale dà ragione al Veneto

 

“È una di quelle vittorie che lasciano il segno, dalle quali si trae una grande forza a continuare lungo la strada intrapresa”.

Queste le parole del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il quale accoglie con soddisfazioe la sentenza n.272 con la quale la Consulta ha dichiarato incostituzionale l’art. 41, comma 2, del decreto legge n. 66 del 2014, che imponeva un blocco delle assunzioni per tutte le Regioni: un intervento “orizzontale” che non considerava in alcun modo se le politiche in materia di personale attuate dalle singole amministrazioni fossero virtuose o meno.

Ora i giudici hanno dato ragione al Veneto, unica Regione ad aver impugnato questa disposizione grazie agli avvocati Luca Antonini e Ezio Zanon.
“La nostra Regione – spiega Zaia – che per il personale spende complessivamente 149 milioni di euro, veniva assurdamente posta sullo stesso piano di altre. In termini pro capite la virtuosità del Veneto è ancora più evidente: la Sicilia sborsa 115 euro, la Campania 24,23 euro, il Veneto 11,53 euro”.

La norma impugnata faceva divieto anche di stipulare semplici rapporti di Co.Co.Pro in caso di sforamento dei tempi di pagamento ai fornitori, senza considerare che per una Regione come il Veneto il problema poteva essere determinato proprio dalla norma stessa che impediva di potenziare le strutture addette ai pagamenti.

“Non può essere trascurato nemmeno il fatto – scrive tra l’altro la Corte Costituzionale –  che la norma non tiene conto della situazione dell’ente pubblico dal punto di vista della dotazione di personale. A seconda di tale situazione, l’afflittività della sanzione in essa prevista può variare imprevedibilmente e risultare eccessiva (e, dunque, sproporzionata) proprio per quelle regioni che, negli ultimi anni, hanno ridotto la propria spesa per il personale”.

“E’ una sentenza innovativa con la quale si fa davvero giustizia – sottolinea ancora Zaia –. Applicando il principio costituzionale di proporzionalità, la Consulta per la prima volta bacchetta sonoramente il Governo che non ha ‘opportunamente graduato’ il suo intervento, non distinguendo tra Regioni virtuose e Regioni non virtuose. Finalmente è accaduto quello che noi chiediamo da sempre, un metodo e un principio  che ci auguriamo possa valere anche per il futuro, su questioni sia relative ai tagli lineari che il Governo continua imperterrito a praticare, sia relative alla perdurante mancata considerazione dei costi standard”.

 

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