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ULSS 6 COSTRETTA AD ASSUMERE DEI RANGERS PER LA SICUREZZA

ULSS 6 COSTRETTA AD ASSUMERE DEI RANGERS PER LA SICUREZZA

Un’azienda sanitaria locale costretta ad assumere un servizio di sicurezza privato per la serenità dei pazienti.
L’Ulss 6 di Vicenza, infatti, ha dovuto dotare l’ospedale San Bortolo di un servizio aggiuntivo privato, dato l’innalzamento del tasso di criminalità che dilaga nell’edificio.

I Rangers, pagati dalle tasche dei cittadini, controlleranno l’ospedale affiancando il già esistente posto di Polizia.

Zaia rilascia una dichiarazione molto chiara diretta al Governo: “Evidentemente la grande fatica degli agenti non basta: andrebbero aiutati e rinforzati dal Governo, che non lo fa, anzi ne taglia le risorse. Allora lo facciamo noi, lo fa in questo caso l’azienda sanitaria vicentina, ma siamo arcistufi di doverci sempre più frequentemente sostituire, dove non ci è vietato dalle leggi nazionali, ad uno Stato sempre più colpevolmente distratto dal dilagare dell’insicurezza e della delinquenza”.

Ma il Presidente della Regione è incalzato dall’Ulss 6 non per i Rangers, bensì per le poche assunzioni che la Regione stessa ha imposto.
La Regione Veneto ha autorizzato l’azienda di Vicenza ad assumere appena ventisei unità, di cui soltanto dodici infermieri ed operatori socio sanitari, a fronte di un fabbisogno, calcolato dalla direzione, di 45 unità.

“L’ Ulss – sottolinea Puggioni, segretario vicentino della Funzione pubblica Cgil– ha la grave responsabilità di aver chiesto con troppo ritardo alla Regione l’autorizzazione ad assumere, e la Regione ha la responsabilità anche più grave di non autorizzare il reale fabbisogno, comprimendo ulteriormente gli organici con gravi ripercussioni sulla qualità e funzionalità dei servizi e dei reparti, scaricando tutto il peso delle difficoltà sul personale. Perseverare, da parte della Regione, nella scelta di tagliare sugli organici di infermieri, operatori e medici, e nel contempo garantire la regalia elettorale di 25 milioni di euro ai medici di base e continuare a sperperare denaro pubblico non intervenendo sui progetti di finanza dei nuovi ospedali che costano ai cittadini veneti oltre 70 milioni di euro l’anno, porterà inevitabilmente allo scontro, dentro e fuori i posti di lavoro”.

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