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PREFETTURA, CONTROLLO DEL VICINATO AL PROSSIMO COMITATO SICUREZZA

PREFETTURA, CONTROLLO DEL VICINATO AL PROSSIMO COMITATO SICUREZZA

Grazie al successo del modello di autotutela del proprio territorio da parte dei cittadini, sperimentato con successo a San Donà di Piave nell’ultimo anno, la cittadina sandonatese farà da esempio ad altri comuni. Il modello di San Donà  sarà infatti compreso nell’ordine del giorno del prossimo Comitato provinciale per l’ordine sicurezza pubblica.

Il primo riconoscimento da parte della Prefettura al modello sandonatese di controllo del territorio è giunta con la disponibilità manifestata dal prefetto Domenico Cuttaia. «Il progetto è in linea con quanto suggerito dal prefetto riguardo alla sensibilizzazione e organizzazione dei cittadini anche attraverso incontri pubblici – spiega il Sindaco Andrea Cereser– L’esperienza sandonatese risulta particolarmente interessante perché è tra le prime applicazioni in Veneto del Controllo del vicinato a realtà ampie e articolate quali i nostri quartieri e frazioni».

Nel frattempo continua anche la crescita delle adesioni al progetto, ormai giunte a quota 1300. Sono stati una trentina i casi sventati che avrebbero potuto tradursi in reati, oltre a una serie di segnalazioni e analisi. La valenza è innanzitutto sociale, volta a favorire i buoni rapporti di vicinato come base per la sicurezza, secondo il motto per cui il miglior antifurto è il proprio vicino di casa. «Fare comunità – è lo slogan lanciato da Cereser – va nella stessa direzione il sostegno dell’amministrazione alle cene di strada e a tutto ciò che porti alla riscoperta dei contatti umani».

Le prime aree ad auto-organizzarsi sono state Fossà, Isiata e Fiorentina, seguite da San Pio X e San Giuseppe, e poi Passarella, Chiesanuova, Calvecchia. Il servizio si è poi avviato a Mussetta, Palazzetto, Santa Maria di Piave, Grassaga. «Non si tratta di ronde ma solo di prestare attenzione e segnalare situazioni dubbie – precisa Raimondo Cicogna, agente di Polizia Locale deputato al progetto – Si basa su una rete per comunicare casi sospetti, ed è un modo per mantenere rapporti di buon vicinato». Ogni comunità ha scelto gli strumenti di cui avvalersi per comunicarsi le informazioni, dal telefono ai social network, supportate dall’amministrazione che ha organizzato una serie di incontri sul tema oltre a momenti informativi sulla sicurezza e la legittima difesa.

 

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