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ZACCARIOTTO: “SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI DI SME, MODELLO DI AZIENDA CHE RISPETTA L’INDIVIDUO”

ZACCARIOTTO: “SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI DI SME, MODELLO DI AZIENDA CHE RISPETTA L’INDIVIDUO”

I lavorati della Sme di Marghera hanno deciso di non aprire il negozio la domenica e nei giorni festivi, nel rispetto dei turni di lavoro dei dipendenti, e degli equilibri organizzativi dell’azienda stessa. La candidata a sindaco di “Venezia Domani” Francesca Zaccariotto, ha incontrato i dipendenti e i responsabili dell’azienda.

«Ho voluto esprimere tutta la mia condivisione ai lavoratori e al management dell’azienda per un modello di lavoro che rispetta la persona, sia il lavoratore che il cliente. Una mosca bianca nel panorama generale del commercio e della grande distribuzione, che spinge verso una bulimica apertura h. 24. Il lavoro è importante, anzi direi essenziale, per gli equilibri sociali, e per la salute di Venezia e di tutto il territorio, ma anche la famiglia ricopre un ruolo fondamentale in questo equilibrio. L’uno ha bisogno dell’altro, se saltano le reti familiari, se saltano gli equilibri sociali, salta anche il lavoro, e ne risente tutto il sistema. Ho fatto un incontro pochi giorni fa con l’associazione veneziana delle famiglie, e il problema è emerso in tutta la sua ampiezza e gravità. Oltre tutto da un’analisi condotta dall’azienda Sme non risulta affatto remunerativa l’apertura domenicale, perché il datore di lavoro deve riconoscere un extra al lavoratore per la festività, e i consumi non coprono neppure i costi delle utenze, in questo momento di  crisi generale. Basta guardare cosa fanno i paesi europei intorno a noi, che hanno mantenuto immutati gli orari di chiusura; ma qui si vuole a tutti costi rincorrere un modello americano, che mal si adatta alla nostra realtà. Quindi volentieri mi sono unita a una manifestazione che è insieme difesa del lavoro e dei legami familiari, preziosi per tutti noi».

Commenti (1)

  • MAURO PERISSINOTTO

    Condivido completamente questa posizione, purtroppo in controtendenza con le aperture del mercato degli ultimi lustri. Penso in sostanza che dilatando le opportunità di accesso ai consumi semplicemente si consente all’utenza di organizzare le spese in momenti differenti; ma se il potere di acquisto non aumenta, la macchina economica ristagna.
    Mi colpì quest’estate in Alto Adige la risposta disincantata di una ristoratrice, la quale in piena stagione allontanò un impertinente turista romano che alle ore 14.01 pretendeva gli venisse servito il pranzo. La sentenza fu cattedrattica: la cucina chiude lavora fino alle ore 13.59! Mi risulta l’economia altoatesina non soffra di particolari crisi di liquidità: forse è il segno che con regole più ragionevoli si ottimizzano costi e produttività.

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