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LA MODA ENTRA NEI MUSEI

LA MODA ENTRA NEI MUSEI

Simbolo dell’effimero nelle arti umane, soggetta alla creatività, alla storia, alla società e alle volubilità dell’uomo, la moda è spesso cartina tornasole del suo Paese e del suo modo di vivere.

L’aveva già capito Renato Nicolini, architetto e drammaturgo, quando, nel lontano 1977, rivoluzionò il uolo degli enti locali nella produzione culturale, chiamando in causa le arti più borderline nella sua “Estate Romana”.

Essendo cultura che muta, ad ogni stagione si trasforma, cambia modo di essere, di pensare, di agire, di vestire. La moda è un comparto della cultura, della storia; ne è un esempio “Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968”: curata da di Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo e Stefano Tonchi è ospitata al MAXXI di Roma, sede artistica per eccellenza della Capitale. Attraverso la moda, si indaga la creatività che nel cinema, nell’arte, nell’architettura, nel teatro, nella fotografia ha contribuito in modo unico a definire il carattere italiano a livello internazionale.
Della sua importanza storica ne abbiamo un vicino esempio, il Museo della Scarpa a Stra, che mostra l’evoluzione delle calzature da Versailles a Gucci.

Il Musée Grévin, il famoso Museo delle cere parigino, apre ora una sezione dedicata interamente alla moda. E tra gli ‘immortali’ della storia fanno il loro ingresso le copie di cera di Coco Chanel, Inès de la Fressange, Chantal Thomass e le top model Cara Delevingne e Coco Rocha. A riprova che il comparto moda, spesso, ha lasciato un segno nella storia.
Che poi la maggior parte degli oggetti esposti nei musei della moda, sia di chiara provenienza italiana, mostra chiaramente l’influenza dell’estro italiano nella creatività mondiale.

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