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ZACCARIOTTO A MESTRE: “LA SICUREZZA NON E’ REPRESSIONE, MA UN PROGETTO COMUNE”

ZACCARIOTTO A MESTRE: “LA SICUREZZA NON E’ REPRESSIONE, MA UN PROGETTO COMUNE”

Tema sempre più scottante, quello della sicurezza. Dai comitati cittadini alle forze di polizia, tutti invocano un diritto alla sicurezza e un rispetto alla legalità che, dicono, non si vede più e non viene più rispettato.

Mercoledì 26 novembre, al Novotel di Mestre, la presidente della Provincia Zaccariotto ha partecipato al convegno Legalità mi piace promosso da Confcommercio Veneto e Confcommercio Unione Venezia; tema del convegno, naturalmente, la sicurezza urbana nel territorio veneziano; con lei, presenti anche il prefetto Domenico Cuttaia e e il senatore Felice Casson.

Presidente Zaccariotto: «Il tema della sicurezza e della legalità fa parte di quell’insieme di problemi la cui soluzione è ritenuta urgente, e che i cittadini avvertono come prioritari. Per me la sicurezza, il decoro urbano, il rispetto delle regole e della legalità devono essere gli obiettivi principali di ogni progetto che oggi riguardi Venezia, sia il centro storico sia la terraferma. Non è solo un problema di numeri, di dati, anche se fa riflettere la classifica pubblicata dal Sole 24 Ore lo scorso 17 novembre che vede Venezia come la prima città del Veneto per numeri di reati commessi, con un aumento del 7.1 per cento rispetto all’anno precedente, e un aumento di denunce – che è anche un segnale positivo di fiducia nelle forze dell’ordine – del 2.6 per cento. E’ un problema di sicurezza percepita, di qualità di vita per ogni cittadino e cittadina che devono sentirsi liberi di circolare nella propria città, nelle strade, nei parchi; sicurezza per le persone più fragili, per i bambini e per gli anziani. E’ la sicurezza che dovrebbe essere garantita all’onesto commerciante che fa il suo lavoro a contatto con il pubblico, dietro un banco o una vetrina; dell’autista dell’autobus, ma anche degli stessi agenti di polizia che devono essere messi nelle condizioni di poter intervenire e di poter applicare le leggi che già ci sono.

Il degrado chiama degrado, una finestra rotta significa un’altra finestra rotta domani e una situazione che così degenera rapidamente. Non è questione di ruoli e competenze, ricordo l’avvio già nel 2009 del protocollo per la sicurezza siglato con l’allora ministro degli interni Maroni per una collaborazione interforze, con la messa a disposizione degli agenti di polizia provinciale nel presidio del litorale contro il commercio abusivo nei momenti più a rischio e di maggior affluenza turistica. I progetti per la legalità e l’acquisto consapevole rivolto ai giovani delle scuole superiori, e i progetti realizzati per la sicurezza lungo le strade. Sicurezza non è questione di repressione controllo e sanzione, vuol dire costruire un progetto organizzato e condiviso che guardi alla sicurezza a 360 gradi – decoro urbano, traffico acqueo, commercio abusivo, presidio del territorio. Non è solo la situazione di Via Piave, di via Cappuccina, di piazzale Roma, dell’ospedale del Lido. E’ il rispetto delle regole che valgono per tutti. Vuol dire cambiare il regolamento comunale e dare precise direttive ai circa 400 vigili urbani indicando loro le priorità d’azione, ma significa anche tenere conto di un fatto importante su cui occorre intervenire: in Veneto la popolazione è aumentata del dieci per cento negli ultimi anni, ma il personale assegnato alle forze di polizia è calato di 8 mila unità. Occorrono dunque uomini e mezzi, ma anche un’organizzazione complessiva che guardi alla sicurezza come un elemento fondamentale del territorio. Ben venga la mobilitazione dei comitati cittadini, che non sono le ronde, bensì una forma di cittadinanza attiva che vuole partecipare alla gestione del proprio territorio, e ai progetti che lo riguardano soprattutto in materia di sicurezza».

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