“CASO MONTALE”, SUL LICEO INTERVIENE IL PARTITO DEMOCRATICO DI SAN DONA’ Reviewed by on . Rating: 0

“CASO MONTALE”, SUL LICEO INTERVIENE IL PARTITO DEMOCRATICO DI SAN DONA’

“CASO MONTALE”, SUL LICEO INTERVIENE IL PARTITO DEMOCRATICO DI SAN DONA’

Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni sulla vicenda Liceo Montale da parte del circolo sandonatese del PD:

 

“A proposito della protesta, intelligente ed educata, da parte degli studenti del Liceo Classico e Linguistico “E. MONTALE” di San Donà di Piave, sono sorti dei malintesi, che riteniamo vadano chiariti. – intervengono Valentina Calderan del PD e Giuseppe Brollo della lista civica Città Insieme – La disponibilità dell’amministrazione comunale e del Sindaco Cereser a trovare ipotesi di soluzione ha indotto molti a ritenere che la responsabilità di quanto stava accadendo fosse in capo al primo cittadino di San Donà di Piave. Ma le cose non stanno così.”

“Abbiamo approfondito la questione in un gruppo di lavoro congiunto – spiega Valentina, che è anche un’ex-allieva del Liceo – e alla prova dei fatti risulta che dal 1996, la legge ha assegnato alle Province la competenza sulla realizzazione di nuovi edifici da adibire a scuole d’istruzione superiore e sulle spese per la loro gestione e manutenzione. Ora però, il Decreto Delrio ha “svuotato” le provincie di poteri propri e l’Amministrazione provinciale di Venezia si trova in mancanza di mezzi per investire in strutture nuove e più adeguate.”

“Il vuoto di potere che si è venuto a creare con la decadenza dell’istituzione provinciale lascia purtroppo intuire la lontananza di una soluzione definitiva. – osserva Brollo, la cui figlia frequenta il Linguistico al “Montale” – A questo punto è necessario che si lavori di concerto per ridurre almeno il disagio, affinché gli studenti e i docenti si distribuiscano su meno Scuole e che il Soggetto a cui verrà assegnata la competenza di sovrintendere all’edilizia scolastica delle Scuole superiori ponga tra le sue priorità la difficile situazione del Liceo classico e linguistico Montale di San Donà di Piave; noi vigileremo.”

“Resta il problema di come sia sia arrivati a questo punto. – concludono assieme polemicamente – Riteniamo che ci siano stati dei colpevoli ritardi, poiché sono ormai molti anni che gli studenti migrano in diverse scuole: non era proprio possibile intervenire prima? E non c’erano soluzioni da adottare nell’immediato? Si è davvero preso in seria considerazione il problema del Montale? C’è stata una attenta pianificazione tra gli indirizzi di studio assegnati alle Scuole Superiori, per effetto della riforma, e le strutture in grado di accogliere eventuali incrementi di iscrizioni? Forse i soggetti deputati alla pianificazione non si erano parlati? Strano considerato che negli ultimi anni il Sindaco di San Donà coincideva esattamente con il Presidente della Provincia”.

 

Commenti (1)

  • MAURO PERISSINOTTO

    Spiace davvero sapere che un istituto tanto illustre nella storia della città versi in uno stato così disagiato. E’ vero anche che durante i primi anni Novanta, quando frequentavo a San Donà il Liceo Scientifico, la situazione non era molto differente: molti compagni di studio dell’epoca ricorderanno lo status della veneranda Villa Janna (peraltro edificata da mio bisnonno), l’anno sabbatico presso il Monumento ai Caduti e presso la sede di via Bortolazzi. Tuttavia la dirigenza di allora, prevedendo il naturale incremento degli iscritti, si premunì sollecitando ed ottenendo l’attuale ampia sede del Galilei, prima di plebeizzare il Liceo con il corso cosiddetto “tecnologico”.
    Il “Montale”, a dirla tutta, ha attuato una politica dei numeri, spingendo l’acceleratore sull’indirizzo linguistico (obiettivamente poco attinente alle finalità generali di un percorso liceale), senza prima assicurarsi la possibilità di accogliere numeri siffatti. Intendo dire che il “mea culpa” è comunque d’obbligo. Fatto salvo il diritto allo studio, credo questo problema non ci sarebbe stato se il “Montale” avesse mantenuto il proprio naturale indirizzo e se si fosse aperta una struttura indipendente denominabile semplicemente “Liceo linguistico”.
    La situazione è paradossale: è un po’ come se un imprenditore assumesse gli operai prima di costruire il capannone della propria azienda!

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