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NO! TUONA IL CONSIGLIO VENETO CONTRO IL POS SENZA DEDUCIBILITA’ DEI COSTI

NO! TUONA IL CONSIGLIO VENETO CONTRO IL POS SENZA DEDUCIBILITA’ DEI COSTI

No all’obbligo del pagamento tramite POS fino a quando i costi del servizio non saranno in linea con la media europea e non sarà introdotta la deducibilità dei costi.

Questa la richiesta di una mozione presentata dal gruppo della Lega Nord, con primo firmatario il consigliere Giampiero Possamai, che impegna anche la Giunta ad avviare un’indagine a livello regionale sui costi praticati dai maggiori istituti di credito per i pagamento tramite POS.

“L’installazione di tali dispositivi”, ha spiegato l’esponente leghista ”comporta solitamente rilevanti costi di locazione, nonché oneri di commissione e spese di trasmissione mediamente tra le più elevate d’Europa, aggirandosi attorno a circa 2000 euro all’anno. Non solo, ma talune categorie di operatori, qualora si dotassero di POS, sarebbero costrette a effettuare transazioni in perdita, essendo i loro margini di guadagno inferiori alle commissioni stesse. In pratica, se si considera che la tracciabilità delle transazioni è ben lontana dal garantire una vera lotta all’evasione fiscale, l’introduzione del POS senza prevedere la deducibilità dei costi rappresenta, di fatto, una nuova ed ennesima gabella a danno di milioni di artigiani, commercianti e professionisti”.

Una mozione approvata con soddisfazione dal Consiglio regionale, questa, a detta di Giuseppe Sbalchiero, che dichiara l’attivazione della forma di pagamento senza deducibilita’ dei costi un sopruso, paragonato, come appunto rileva lui stesso, ad un “pizzo elettronico pro sistema bancario. Riteniamo ancora oggi infatti, che non sia ammissibile obbligare per legge artigiani, commercianti e liberi professionisti a “regalare” milioni di euro alle banche.”

La mozione in esame si prefigge lo scopo di arrivare a far si che il Governo applichi il buon senso e ripristini il provvedimento con cui si escludevano dall’obbligo almeno le imprese che hanno un giro d’affari inferiore ai 200 mila euro all’anno”.

“Il nostro Ufficio studi”, ricorda Sbalchiero, “stima, solo in Veneto, un numero tra 90/100.000 gli artigiani commercianti e liberi professionisti coinvolti. Il che si traduce in un trasferimento diretto tra impresa e banche nell’ordine dei 40 milioni di euro all’anno. Un “pizzo elettronico” bello e buono che non vogliamo e non possiamo pagare!”

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