PARTE DALLA TOSCANA UN CONTROLLO STRAORDINARIO SULLE AZIENDE CINESI Reviewed by on . Rating: 0

PARTE DALLA TOSCANA UN CONTROLLO STRAORDINARIO SULLE AZIENDE CINESI

PARTE DALLA TOSCANA UN CONTROLLO STRAORDINARIO SULLE AZIENDE CINESI

Blitz nelle aziende cinesi. Un controllo straordinario che parte proprio laddove il settore ha offerto un terreno fertile per il suo sviluppo, la Toscana.

L’inizio di settembre verrà ricordato per la predisposizione della griglia di partenza per una serie di controlli  nelle aziende cinesi decisi dalla Regione Toscana dopo l’incendio alla fabbrica- dormitorio “Teresa Moda” che esattamente il 1° dicembre 2013 uccise nel sonno sette operai che lì lavoravano, mangiavano e riposavano come galline allevate in batteria.

Un prezzo espresso in vite umane altissimo e che può nascondere ancora realtà simili: per questo la Regione e il Comune di Prato hanno programmato di controllare, in un ambito temporale triennale, tutte le aziende
manifatturiere cinesi che solo a Prato sono 4.000 unità.
Più in particolare, i controlli previsti 2014-2016 nell’area vasta  interesseranno in tutto 7.700 per un  costo sostenuto dalla Regione per il piano straordinario, coordinato da Renzo Berti, di ben 13 milioni di euro. Un progetto che rischia però di trovare complicazioni in quanto le confezioni di  abbigliamento controllate dall’imprenditoria cinese continuano ad aumentare, al punto che nel primo semestre 2014 hanno toccato il record di 4.021 aziende per uno 0,2% in più, confermando il fenomeno della sua crescita inarrestabile, come inarrestabile è la sua metodologia di lavoro dove aprire e chiudere un’impresa è facilissimo e precede l’irreperibilità dei suoi imprenditori.

“Imprese cinesi, una su tre chiude nel giro di due anni”, dicono i dati statistici di questo fenomeno che elude i controlli anche per questa sorta di elevata “mortalità precoce” e questo lo conferma anche l’Ufficio studi di Unioncamere Toscana nel periodo preso in esame compreso fra il primo gennaio 2011 e il 30 settembre 2013.

La sfida della Regione Toscana si concentra con l’impiego di 50 nuovi tecnici della prevenzione dell’Asl pratese voluti dal suo stesso Presidente, che si troveranno davanti a questa realta’ dove oltre alle persone e’ facile
anche far sparire i macchinari, consistenti per lo più’ in  macchine da cucire che possono essere oggetto di trasloco senza grandi movimenti.

Un far west dagli occhi a mandorla, a Prato, che ha messo su radici creando una location illegale dell’abbigliamento low cost da 2 miliardi di euro di fatturato, per almeno il 50% in nero.

La guerra si combatte su più’ fronti e quindi anche il “Patto fiduciario per la sicurezza”: lanciato dalla Regione si potrebbe vantare di successo se chi accetta di firmare accetta «l’identificazione del vero titolare dell’azienda
e l’individuazione di un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza», e sarà tra gli ultimi ad essere controllato dagli ispettori.
Un portare alla superficie, alla luce del sole quello che invece non lo è, questo, in sostanza, l’accordo;   l’adesione ad esso potrà essere patrocinata da un’associazione di categoria che, in collaborazione con gli ordini professionali, potrà aiutare le aziende con un supporto professionale qualificato e a costi sostenibili.

«Spero che siano centinaia gli imprenditori cinesi che aderiranno al Patto», ha detto il Presidente regionale Rossi nel maggio scorso.

Lascia un Commento

2021 Piavetv ©

Scroll to top